Il caso. Lo spot della Lega manipola gli immigrati


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(Valeria Vacca) – La Lega Nord scende in campo con gli immigrati. La campagna elettorale del partito, per le prossime elezioni Europee, vede al centro la reintroduzione del reato di clandestinità. Nel sito ufficiale del Carroccio la proposta appare chiara con lo slogan “Stop ai Clandestini”.

Il candidato Angelo Ciocca, consigliere regionale lombardo e candidato alle Europee con la Lega, ha realizzato un video con l’aiuto di cinque stranieri, stranieriinitalia.it parla di immigrati regolari, che vivono in Italia da diversi anni.

Il messaggio che lo spot lancia attraverso la loro voce è: “Non venite in Italia a fare la fame”. Il video, spiega la nota che lo accompagna su repubblica.it, verrà proposto e diffuso nei paesi di provenienza degli extracomunitari per informarli della grave crisi economica che colpisce l’Italia e invitandoli a non imbarcarsi verso la penisola. Il testimonial africano della campagna invita i connazionali a non pagare gli scafisti perché “sono assassini”.

È lo stesso candidato a comparire, negli ultimi secondi del video, nel tentativo di rendere chiaro lo spot che si propone di contrastare la clandestinità: “Per questi motivi io, Angelo Ciocca, ho deciso di candidarmi nelle liste della Lega Nord al parlamento europeo per contrastare la clandestinità. Quindi chi vuole sostenere questo progetto di respingimento della clandestinità voti Lega Nord e scriva Ciocca”.

I messaggi che lo spot lascia sono la superficialità nell’affrontare questioni riguardanti stranieri, immigrati, clandestini, che sembrano avere un’unica provenienza e un’unica motivazione per intraprendere il loro viaggio. E la leggerezza nello sfruttare parole come miseria, disperazione, fame, condizioni che possono essere vere da parte di chi tenta di raccontarle ma che, venendo esposte da un emittente in genere portavoce dell’intolleranza, rischia di renderle bersaglio di ulteriori pregiudizi. Uno spot che rende vano l’intento di avvicinarsi al contesto e alle storie di queste persone, fallimento reso chiaro dal termine “respingimento”, e di diffonderle in modo sano. Centra invece l’obiettivo di manipolarle durante la rincorsa ai voti.

 

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