Contatti riservati per nuovi rapporti tra Italia e Siria


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(Angelo Gambella) – Negli ultimi giorni la stampa araba, in particolare libanese e siriana, ha dato notizia di un’attività diplomatica ad alto livello in corso tra Italia e Siria, nell’ottica di riaprire i normali canali di dialogo dopo l’interruzione seguita all’avvio della guerra civile nel paese.

Un conflitto interno che si è presto trasformato, come è noto, in una vera a propria guerra per procura tra potenze regionali e mondiali, e che ha visto l’insorgere dell’autoproclamato Stato Islamico ora contrastato dalla maggior parte delle parti in causa.

I colloqui attualmente in corso sarebbero ancora in una fase riservata, e pertanto, non ufficiale. Tuttavia, le informazioni contenute nei rapporti pubblicati in lingua araba e rilanciati da altri media, sono tali che è doveroso riportarne quanto emerge, seppure con il beneficio del dubbio.

I media libanesi ad iniziare da As Safir, e siriani hanno riferito che il direttore generale dell’intelligence siriana, avrebbe effettuato la scorsa settimana una visita di due giorni a Roma, dove sarebbe giunto con un aereo italiano decollato da Beirut. Nella capitale italiana, accompagnato da alcuni ufficiali, il direttore dei servizi di sicurezza avrebbe incontrato il suo omologo italiano ed alti funzionari della sicurezza, come conferma sul web Al Masnar. Il rientro a Beirut sarebbe stato allo stesso modo condotto da un nostro aereo, prima del successivo viaggio a Damasco della delegazione siriana.

Nelle stesse ore, in una intervista registrata per un canale televisivo australiano, il presidente siriano Bashar al Assad ammetteva per la prima volta, sotto forma di critica all’occidente, il comportamento di alcuni governi che contrastano pubblicamente la politica siriana, mentre ricercano “sotto banco” canali alternativi di dialogo con la Siria nell’ambito della sicurezza. Per Al Masdar News, media in lingua inglese incentrato sulla Siria, Assad si riferiva all’Italia, che però non sarebbe il solo paese ad avere simili rapporti a livello di intelligence (Germania e Spagna, per esempio) mentre la Repubblica Ceca non ha mai chiuso i rapporti con Damasco.

La Siria è uno stato che si affaccia sul Mediterraneo e quel che accade nel paese riveste un certo interesse per l’Italia, anche se pare che l’interesse nazionale si sia concentrato non soltanto sulla richiesta di informazione sui gruppi armati presenti in Siria ma anche sul trasferimento di alcuni di essi in Libia, che resta la principale preoccupazione del nostro paese. Del resto i rapporti dei nostri servizi di sicurezza, e di altri stati europei, mettono in guardia dal possibile ingresso sul territorio nazionale di combattenti stranieri, mescolati a profughi, provenienti dalle zone di conflitto.

Questo fine settimana, secondo un nuovo dettagliato articolo di As Safir, il generale Alberto Manetti, direttore dell’AISE avrebbe visitato Damasco. L’Italia si sarebbe impegnata ad aprire un dialogo nelle sedi dell’Unione Europea al fine di alleggerire l’embargo, e l’iniziativa italiana sarebbe avallata da Washington.

In alcuni ambienti siriani si sosterrebbe che una visita di un ministro italiano dovrebbe aprire la strada al ritorno del nostro ambasciatore a Damasco. Il tutto dovrebbe avvenire nel giro di breve tempo, diplomaticamente parlando.

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