Quel che è successo in Francia


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(Costantino Ceoldo) – Ciò che è successo in Francia, nella bella Nizza dei turisti, è una cosa orribile che ha segnato per sempre la vita di molte, troppe, persone. I figli, i parenti e gli amici dei morti assassinati si ricorderanno per sempre l’ultima volta che hanno visto i loro cari e i loro amati oramai scomparsi. Si ricorderanno le ultime parole che si sono scambiate, i piccoli gesti d’affetto e gli scherzi innocenti che avevano sperimentato poco tempo prima, convinti che si sarebbero incontrati ancora. Vivranno nel dolore di non poter più rivivere quei momenti spensierati e nell’amarezza di non poter rimediare ad un piccolo ed insignificante sgarbo, fatto con noncuranza, ma che rimarrà tuttavia per sempre, ingigantito nel ricordo da quella morte che non permette più di rimediare.

Usare un camion per compiere una strage è una oscena finezza intellettuale. Il messaggio è chiaro: qualsiasi cosa può essere usata come arma per colpirvi a casa vostra. Con Nizza si è passati ad un livello superiore rispetto a Parigi: non una squadra d’assalto armata di fucili e pistole, non proiettili, non esplosivi ma un semplice e banale camion che ha ottenuto un risultato ugualmente devastante. Uno dei tanti camion che circolano sulle nostre strade.

Come già successo per la strage di Parigi, molti vestiranno di lutto una bandierina francese e la metteranno come avatar su Facebook. Invocheranno fuoco dal cielo per colpire/punire/distruggere i malvagi terroristi islamici, per loro tutti i musulmani della Terra, rei di aver orchestrato l’attacco, ovunque essi siano. Al ciclo canonico della società occidentale contemporanea (nasci, consuma, lavora, consuma, crepa) se ne è aggiunto un altro: stordisciti con quello che vuoi, indignati per un attentato, cambia il tuo miserabile avatar, torna a stordirti fino al prossimo attentato.

Lasciatemi allora dire una cosa. Lasciate che vi ricordi una semplice verità.

Quello che è successo in Francia due volte a distanza di pochi mesi in questo nostro 2016, succede da sei anni in Siria, ogni santo giorno che Dio mette in Terra.

E’ giusto piangere i morti di Nizza ed è stato giusto piangere quelli di Parigi ma quanti hanno mai pianto i morti siriani?

Quanti degli Occidentali che ora si disperano per la Francia hanno pianto, per esempio, gli innocenti morti a causa del sarin che i terroristi hanno rilasciato nel Goutha di Damasco per pilotare un intervento straniero ai danni della Siria che dichiaravano di voler “liberare”?

Quanti degli Occidentali, che ora invocano una punizione esemplare per gli assassini di Nizza, hanno mai pianto per le vittime irachene e siriane delle orde salafite e wahabite? Quegli stessi miliziani invasati e drogati con il Captagon che prima hanno distrutto la Libia, e poi hanno cercato di mettere a ferro e fuoco Siria ed Iraq con il pretesto della religione (la loro, pupazzi vigliacchi senza cervello ed onore) ma con lo scopo neanche tanto occulto (di altri, i loro mandati tra i Saud, gli al-Tani, gli Erdogan, gli americani della disgustosa galassia neocon) di ridisegnare il Medio Oriente per giungere a Mosca e Pechino e mangiarsi infine il mondo intero?

Non sono così ingenuo da aspettarmi una risposta, che comunque conosco già.

Vedremo subito quale sarà la risposta della Francia: se il governo francese continuerà la tiritera dell’Assad must go!, o se, peggio, invocherà un intervento armato contro la Siria, allora avremo anche il vero cui prodest di questo ultima strage. Ma per fare diversamente, per allontanarsi dalla feccia criminale neocon basata a Washington e smarcarsi da una situazione senza uscita che porterà solo ad una guerra aperta con la Russia, la Francia dovrebbe avere un Presidente diverso, invece di quell’opaco ragioniere di campagna che occupa ora l’Eliseo.

Francois Hollande non ha né la statura politica né quella morale per gestire una simile transizione. Anzi: dubito molto che abbia anche il solo e semplice coraggio fisico per prendere le decisioni che un De Gaulle avrebbe invece preso con fermezza, come diede prova di saper fare quando portò la Francia fuori dalla Nato, stufo delle continue ingerenze americane.

Ritengo, ma è una semplice opinione personale, che la Francia di adesso farà ben poco, paralizzata come è ora in una politica di attesa di un elemento, risolutore sì, ma esterno.

Per quanti terroristi i Russi, i Siriani, gli Iracheni possano uccidere, molti altri ne prendono il posto passando le frontiere turche, giordane, saudite. Il problema non è quindi solo eliminare il nemico sul campo ma anche chi lo addestra, lo arma e lo aiuta in mille modi.

L’Occidente ha stretto un patto con il diavolo, dimenticando che se il diavolo tiene fede alla sua parte di accordo, lo fa solo per imbrogliare meglio dopo.

Il terrorismo islamico è quindi un tumore che è andato in metastasi, come era naturale ed inevitabile che capitasse. Ma anche l’idea di poter ridisegnare l’intero Medio Oriente per sconfiggere la Russia e la Cina usando degli invasati ha presentato il suo conto da pagare: essa ha generato in Occidente i tratti di una società orwelliana. La guerra è chiamata pace, l’emergenza normalità, la sottomissione (al potere che ha generato lo stato delle cose) viene spacciata per libertà.

Chi combatte per la libertà di un popolo non lo massacra come fa in Iraq, in Libia e in Siria. Non è certo l’Occidente laico e progressista dell’Illuminismo “moderno” alla Bernard Henry Levy che difende qui ed ora libertà e dignità umana. A difesa di queste categorie oggi ci sono il Libano di Hezbollah, la Siria di Assad e delle molte confessioni religiose, la Russia di Putin, l’Iran degli ayatollah. Non certo l’Occidente odierno. Che vi piaccia o meno è così.

 

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