Turchia: rapporti con Washington compromessi se non estradano Gulen


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Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che i rapporti tra Ankara e Washington peggioreranno qualora gli Usa non dovessero dar seguito alla richiesta di estradizione del predicatore islamico in esilio Fethullah Gulen, considerato dalle autorità turche come l’ispiratore del mancato golpe del 15 luglio.

Cavusoglu aveva detto venerdì scorso che la Turchia è pronta a prendere parte ad una squadra congiunta con gli Usa per lavorare sul caso Gulen, dopo che il vicepresidente Usa, Joe Biden, aveva assicurato al premier turco, Binali Yildirim, nel corso di una telefonata, che Washington intende lavorare “insieme” ad Ankara sull’estradizione del predicatore, residente in Pennsylvania dal 1999.

La Turchia ha presentato una richiesta formale di estradizione all’inizio della scorsa settimana e, secondo il Dipartimento di Stato Usa, Washington sta esaminando i documenti. Gulen, da parte sua, ha condannato pubblicamente il golpe e ha negato ogni coinvolgimento nell’azione condotta da un gruppo di militari venerdì 15 luglio allo scopo di rovesciare il governo del partito Giustizia e sviluppo.

Mandato d’arresto per 42 giornalisti, tra loro anche la veterana Nazli Ilicak

Le autorità turche hanno emesso un mandato d’arresto nei confronti di almeno 42 giornalisti, accusati di aver sostenuto la rete di Fethullah Gulen. Lo riporta la Cnn Turk, secondo cui della lista fa parte la giornalista veterana Nazli Ilicak, 72 anni, da tempo critica nei confronti del presidente Recep Tayyip Erdogan. Nel frattempo, oltre 2mila enti e istituzioni, tra cui 15 università e 19 sindacati, saranno chiusi in Turchia per sospetti legami con la rete di Gulen. Lo stabilisce il primo decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza.

 

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