Aleppo, Mosca: la tregua di 7 giorni proposta dagli Usa è una trappola


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La tregua di sette giorni ad Aleppo chiesta dagli Stati Uniti e dall’ONU nasconde una trappola. Serve a proteggere i gruppi armati dell’opposizione, monopolizzati oramai dalle milizie jihadiste, “e a consentire loro di prendere le misure necessarie a reintegrare le provviste e riordinare le forze”.  E’ quanto sostiene la Russia che ritiene inaccettabile una tregua così lunga che servirebbe soltanto a bloccare l’avanzata militare dell’esercito siriano coperto dall’aviazione di Mosca. Per questa ragione  il vice ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Riabkov, citato dalla Tass, rivela di aver ripetutamente suggerito delle pause di 48 ore, “ma gli Usa, per ragioni che sanno solo loro, sono rimasti attaccati alla richiesta di tregue di sette giorni”. Secondo la Russia, quindi, la tregua proposta da Washington non avrebbe tanto il carattere umanitario quanto quello marcatamente tattico – militare.

La presa di posizione arriva dopo lo scontro telefonico tra il segretario di Stato Usa John Kerry e  il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Il primo “ha espresso grave preoccupazione” per gli “attacchi contro gli ospedali, la rete di approvvigionamento idrico e altre infrastrutture civili di Aleppo” da parte delle forze russe e siriane. Kerry ha chiarito gli Stati Uniti e i suoi partner ritengono la Russia “responsabile di questa situazione, compreso l’uso di bombe incendiarie e buster bunker in un ambiente urbano: un’escalation drastica che mette i civili a grande rischio”.

Il ministro degli esteri russo, dal canto suo, ha sottolineato che un certo numero di gruppi armati, descritti da Washington come “moderati”, si è rifiutato di aderire al cessate il fuoco organizzato da Russia e Stati Uniti il 9 settembre, scegliendo invece di schierarsi con Jabhat Al-Nusra e attaccare l’esercito siriano con gli alqaedisti.

 

(foto Ansa)

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