Siria. Fosse comuni e torture: la sanguinosa ritirata dei ribelli da Aleppo est


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di Francesco Gori

Ad Aleppo est vengono alla luce i crimini commessi dalle milizie ribelli e qaediste prima di abbandonare la città di fronte dell’avanzata siriana e russa. Secondo quanto ha affermato Mosca, i militari russi hanno scoperto fosse comuni con decine di cadaveri (presumibilmente civili) che presentavano segni di mutilazioni e torture. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che nelle fosse comuni trovate ad Aleppo giacevano i resti di “diverse decine di siriani che hanno subito atroci torture e massacri”.

Il portavoce del ministero, Igor Konashenkov, ha detto che alcuni dei cadaveri erano stati mutilati e altri avevano segni di ferite da arma da fuoco. Konashenkov ha affermato che, prima di essere costretti a lasciare i quartieri orientali di Aleppo per oltre quattro anni nelle loro mani, i ribelli hanno anche disseminato mine e trappole esplosive.

Qualche giorno prima delle ultime rivelazioni russe, i soldati siriani avevano trovato in una scuola di Al Sukkar, un distretto di Aleppo est, i corpi di persone trucidate dai ribelli, compresi bambini. La notizia è stata confermata dal procuratore della polizia militare di Damasco, Samer Youssef, all’agenzia Sputnik. “Nei corpi dei bambini e adulti ritrovati ci sono evidenti tracce di tortura. Sono stati giustiziati. Alcuni sono stati decapitati, ad altri sono stati strappati gli occhi,” — ha detto. Su tutti i corpi verrà effettuata l’autopsia e l’esame del DNA per risalire all’identità delle vittime. “Secondo le prime ricostruzioni, 4 persone sono state giustiziate 5 giorni fa, alcuni sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata, a meno di 1 metro,” — ha aggiunto il procuratore di Damasco.

La parte orientale della città appena liberata continua a riservare non poche sorprese. L’esercito siriano nelle ultime ore ha scoperto una grande quantità di armi appartenenti ai “ribelli”. Secondo i media ufficiali di Hezbollah,  l’esercito siriano ha sequestrato diversi missili, granate di mortaio, fucili d’assalto e diverse munizioni. Oltre alle armi, l’esercito ha anche scoperto blindati nascosti nei quartieri orientali di Aleppo. I militari di Damasco stanno ancora effettuando la bonifica dei quartieri liberati, ricercando armi ed esplosivi che possono essere stati nascosti prima della partenza dei “ribelli” dalla zona.

Lo scorso aprile era stata Amnesty International ad accusare il gruppo ribelle di  Jaish al-Islam di aver impiegato agenti chimici, intossicando 6 civili e 2 combattenti dell’YPG. La fonte del rapporto è un medico che ha curato gli intossicati quel giorno, i quali sostengono di aver visto fumo giallo dopo il bombardamento, cosa che secondo un tossicologo consultato da Amnesty, che ha visionato un video, potrebbe essere dovuto al gas clorino; tuttavia in mancanza di rilievi o campioni non è stato possibile stabilirlo con certezza. La leadership di Jaish al-Islam ha condannato l’uso di “armi non autorizzate”, senza però specificare quali e senza menzionare agenti chimici. Da più fonti è stato confermato l’uso di armi non convenzionali da parte delle milizie ribelli e jihadiste che avevano sotto controllo la parre orientale della seconda città della Siria.

Così come non desta sorpresa la notizia del ritrovamento di tonnellate di cibo e rifornimenti in aiuti di prima necessità ritrovati nelle basi dei ribelli. L’agenzia di stampa Reuters ha diffuso delle immagini che dimostra l’altro crimine commesso dai ribelli prima della loro capitolazione:  aver accumulato gli aiuti umanitari senza però distribuirli alla popolazione. Il cibo veniva consegnato soltanto ai combattenti e alle loro famiglie, tutti gli altri erano costretti a morire di fame o a vivere di stenti. Cade così anche l’ultima menzogna della stampa occidentale – sostenuta da molte ong – secondo la quale l’esercito siriano impediva l’ingresso ad Aleppo est di cibo e beni di prima necessità. La verità è che in questi anni quei beni, esattamente come è accadute in altre città, come ad esempio Madaya, venivano in larga parte requisiti dai combattenti ribelli.

 

L’ingresso dei militari siriani e russi ad Aleppo est ha consentito di scoprire come anche le scuole fossero state trasformate dai ribelli in basi militari, ragione per cui molti bambini non hanno potuto frequentare gli studi in questi anni (nella foto il cortile di una scuola in un quartiere orientale della città trasformato in zona di lancio di colpi di mortaio verso Aleppo ovest, sotto controllo governativo). Lo stesso dicasi per molti ospedali. In realtà si trattava di strutture sanitarie mascherate – a cui non aveva accesso la popolazione civile – che in questi anni sono servite come strutture logistiche dei gruppi armati anti – Assad.

 

La maggior parte dei miliziani evacuati sono stati  trasferiti con le loro famiglie nella regione di Idlib (roccaforte dei gruppi jihadisti e, in particolare, del ramo siriano di al Qaeda) e nella regione rurale a sud-ovest di Aleppo, fuori dal controllo governativo. Altre migliaia di persone sono state condotte in Turchia. Intanto ad Aleppo sono circa un milione gli abitanti che sono ritornati nelle loro case da quando i quartieri orientali sono stati liberati dal controllo dei gruppi ribelli.

Nel frattempo Russia e Turchia proseguono la via del dialogo sulla Siria e attraverso i loro ministri degli esteri, Serghei Lavrov e Mevlut Cavusoglu, preparano un incontro ad Astana tra l’opposizione siriana e il governo e i termini del cessate il fuoco in Siria. Lo fa sapere il Ministero degli Esteri di Mosca in un comunicato. “I ministri hanno continuato lo scambio di opinioni sulla situazione in Siria”, ha detto il ministero. I capi della diplomazia hanno sottolineato la necessità di concordare al più presto sui “parametri pratici per porre fine alle azioni di combattimento, separare l’opposizione moderata dai gruppi terroristici e preparare l’incontro ad Astana su invito della leadership del Kazakistan per il lancio del soluzione politica in linea con la risoluzione del Consiglio di sicurezza 2254”.

 

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