Accordo sulla legge elettorale, il Libano al voto nel maggio del 2018


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a cura di Francesco Gori

I libanesi potranno tornare a votare per eleggere il Parlamento il 6 maggio del 2018, per la prima volta dopo nove anni a causa di una serie di rinvii dovuti alle tensioni tra schieramenti politico-confessionali aggravatisi come conseguenza della guerra civile in Siria. Lo ha deciso il governo di unità nazionale, approvando un progetto di riforma della legge elettorale che ora dovrà essere sottoposto al voto del Parlamento. La nuova legge elettorale è solo l’ultimo argomento che ha visto i vari partiti confrontarsi duramente negli ultimi mesi.

Con la nuova legge, la città di Beirut sarà divisa in due circoscrizioni: la prima comprendente Ashrafieh Rmeil, Saifi e Medawar, mentre la seconda Bachoura, Marfa’ e tutte le aree che facevano parte della terza circoscrizione. La legge elettorale del 1960 – maggioritaria – prevede una divisione di Beirut in tre distretti elettorali. La nuova legge prevederebbe anche sei seggi riservati alla cosiddetta “diaspora”. Il voto di preferenza sarà effettuato sulla base delle circoscrizioni (Caza, in arabo) e la soglia di ammissibilità per ciascun candidato sarà equivalente al coefficiente elettorale. I militari continuerebbero a non avere il diritto di voto, mentre la maggiore “età elettorale” rimane a 21 anni.

Un accordo era emerso nei giorni precedenti sul sistema proporzionale, basato su 15 circoscrizioni, ma restavano delle divergenze su alcuni aspetti minori e sulla conformità della nuova legge con gli Accordi di Taif. La nuova legge, dopo mesi di trattative tra i diversi partiti libanesi,  sarà sottoposta all’esame dell’assemblea legislativa venerdì 16 giugno.

Per la prima volta nella storia del Libano, il 12 aprile 2017 il Presidente Michel Aoun decise di applicare l’articolo 59 della Costituzione libanese, quello che permette al Presidente di sospendere per il termine massimo di un mese una sessione parlamentare. Tale scelta era mirata sostanzialmente a concedere al Parlamento una periodo di tempo che potesse consentire ai membri di pervenire ad un accordo circa la legge elettorale.

Il Parlamento del paese dei cedri negli ultimi anni ha esteso il suo mandato ben due volte ed opera in regime di proroga da più di quattro anni. Una prima proroga ebbe luogo nel maggio del 2013, quando si decise di allungare la vita del Parlamento di 17 mesi. Nel novembre del 2014, tuttavia, in un clima di proteste popolari e boicottaggi parlamentari fu votata una seconda proroga , la cui scadenza ricorre appunto il prossimo 21 giugno 2017 ma il governo ha deciso un nuovo rinvio ‘tecnico’ di 11 mesi.

 

Con fonti: Ansamed Agenzia Nova

 

 

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