Cooperazione. Libano, conclusa la prima fase dell’intervento italiano nel carcere di Roumieh


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Si è conclusa la prima fase del progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana nel carcere di Roumieh, la struttura penitenziaria più grande del Libano con i suoi circa 3.000 detenuti. A questo appena concluso seguirà un altro progetto, per un finanziamento complessivo di circa 3 milioni di euro, al fine di migliorare le condizioni di detenzione e la tutela dei diritti umani nelle carceri del Paese, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili (donne, minori, malati mentali).

L’iniziativa rappresenta una risposta concreta alla richiesta avanzata dal Governo Libanese, durante la conferenza di Londra del 2016, di un ulteriore sostegno nel processo di miglioramento del settore carcerario. Tra i programmi sviluppati nel sistema carcerario libanese le maggiori attività sono concentrate a Roumieh, effettuate tramite l’Agenzia Onu Unodc e in stretta collaborazione con il Ministero degli interni.

Il progetto è iniziato nell’ottobre 2015 e prevede il miglioramento delle condizioni in tre settori: alimentare, con l’attivazione di una cucina industriale, con attività di training, sicurezza alimentare e igiene, con l’obiettivo di creare opportunità lavorative per i detenuti per un futuro reinserimento sociale a fine pena; servizi di base e attività ricreative per i minori, comprensivi di supporto psicosociale; riabilitazione della struttura che ospita circa 50 detenuti in stato di infermità mentale, chiamata “Blue House”.  Il 50% dei minori presenti a Roumieh proviene dalla Siria.  Si tratta di un progetto ambizioso, che, oltre a cercare di migliorare la qualità della vita nel carcere, punta anche a far sentire i detenuti, soprattutto i minori, un po’ più liberi.

 

Fonte: AICS

 

 

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