L’ONU chiede di fermare la guerra di fronte alla sordità degli USA


0 Condivisioni

(Raimondo Schiavone) – Neanche il Covid19 riesce a placare la sete di imperialismo statunitense. Avrebbe potuto essere un’occasione unica, la pandemia globale che ha messo in ginocchio buona parte del pianeta. Un’opportunità per rivedere atteggiamenti e comportamenti sul piano internazionale. L’occasione per rivedere politiche sbagliate in Medio Oriente, per rilanciare accordi di Pace o di riduzione della produzione di armamenti. Le determinazioni internazionali su Iran, Venezuela, Siria, Corea del Nord avrebbero potuto essere riviste alla luce di un’emergenza planetaria, per la quale sarebbe necessario riprendere in mano i principi della solidarietà e tralasciare quelli del potere e dell’influenza politica.

Invece nulla di tutto questo. Israele continua a bombardare Gaza in piena emergenza corona virus. Proprio a qualche giorno dalla richiesta delle Nazioni Unite di un cessate il fuoco globale, mentre la pandemia sta incominciando a fare le sue prime vittime, in un’area molto antropizzata e nella quale il distanziamento sociale è quasi impossibile, Israele dispiega i propri caccia per sganciare bombe.

Gaza, proprio in questi giorni, si sta preparando, con grandi difficoltà, ad affrontare la pandemia. I suoi governanti hanno lanciato un serio allarme, denunciando il lunghissimo blocco della circolazione di beni e persone che ha messo in ginocchio la sanità dell’area palestinese. Nella Striscia i posti letto a disposizione in terapia intensiva sono solo 70. E totalmente insufficiente è il numero di respiratori presenti. Con l’aggravante che un gran numero di pazienti ospedalizzati è rappresentato da persone ferite dai cecchini Israeliani.

L’Iran ha superato i 20mila contagi ed è tra i più colpiti al mondo dal Covid-19, anche per il numero di vittime. La situazione per Teheran è ancora più difficile, a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e si moltiplicano gli appelli affinché vengano sospese o ridotte. Il Presidente iraniano Hassan Rouhani ha affermato che le sanzioni unilaterali imposte dagli americani nel maggio 2018, nell’ambito della campagna di “massima pressione”, sono diventate un potente ostacolo alla lotta efficace contro la diffusione dell’infezione nel Paese. Gli USA stanno deliberatamente impedendo all’Iran di combattere il corona virus, La Russia, d’altro canto, sta spingendo Washington a revocare immediatamente le sanzioni, come affermato nei giorni scorsi dal Ministro degli Esteri Russo Lavrov. Non solo dalla Russia, ma anche da parte di Cina e Pakistan si moltiplicano gli appelli affinché gli Stati Uniti blocchino o riducano le sanzioni durante la pandemia di Covid-19. Pechino ha sottolineato come esse siano “contrarie allo spirito umanitario e di ostacolo agli aiuti internazionali”.

In Siria i fedelissimi degli Sati Uniti sostenitori della linea del Presidente Trump, sono impegnati, in queste ore, con tutte le loro forze, a gettare fango e a dimostrare che gli aiuti di Cina e Russia sono azioni di influenza politica e di spionaggio. La Siria è un Paese straziato da otto anni di guerra, con un embargo ferreo voluto dai Paesi occidentali, che sta stremando la popolazione. In questa fase gli appelli giunti da molte parti del mondo sono rimasti inascoltati. Il Covid19 potrebbe accrescere in maniera esponenziale il numero delle vittime, già elevatissimo. E se tutto ciò non bastasse, neanche la pandemia ferma l’azione del governo israeliano, che con la scusante di colpire depositi di armi iraniane attacca il territorio siriano.

In tutto il mondo stanno combattendo contro il Covid-19 e, mentre la pandemia mette alla prova anche i sistemi sanitari più efficienti, c’è un Paese che sostiene di essere completamente immune al virus: la Corea del Nord. Ma se anche ciò fosse vero, il regime di Kim Jong-un non sembra comunque in grado di convincere il resto del mondo. In Corea del Sud studiosi ed esperti sanitari sono estremamente scettici sulle notizie riportate da Pyongyang, e chi ha accesso a fonti in Corea del Nord sostiene che il virus stia già imperversando nel Paese. La Corea del Nord ha chiuso i propri confini ed impedito l’accesso ai viaggiatori cinesi o stranieri. E’ però impossibile quantificare i casi, date la fragilità e l’obsolescenza del sistema sanitario della Corea del Nord.

Il regime di Pyongyang ha eseguito due lanci missilistici a distanza ravvicinata nei primi giorni di marzo. Il Presidente cinese Xi Jinping è intervenuto affermando la necessità di riaprire il tavolo dei negoziati tra Nord Corea e Stati Uniti.

I nuovi test missilistici arrivano in un momento complicato per le relazioni internazionali, per via della pandemia di Covid-19, della guerra commerciale con gli Stati Uniti, dello stallo del processo di pace nella penisola coreana.

Non si placa la politica di ingerenza Statunitense nelle vicende Venezuelane. L’embargo verso il Paese Bolivariano è sempre più rigido, motivato dal mancato riconoscimento da parte di alcuni Stati, in particolare gli USA, del Governo legittimo di Nicolas Maduro e, soprattutto, dalla volontà statunitense di cambiare governo in Venezuela. Anche la presenza della pandemia non ha alleggerito lo stato delle cose, anzi, la stessa viene utilizzata come strumento di pressione per indebolire il governo Chavista.

Il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza ha recentemente dichiarato che “le misure coercitive illegali e unilaterali che gli Stati Uniti hanno imposto al Venezuela sono una forma di punizione collettiva”. L’uso della frase “punizione collettiva” è significativo. In base alle Convenzioni di Ginevra del 1949, qualsiasi politica che infligge danni a un’intera popolazione è un crimine di guerra. L’accusa che muove il governo Venezuelano agli Stati Uniti è quella di avere, con l’embargo, determinato difficoltà enormi per l’acquisizione tempestiva di medicinali.

Il rifiuto della richiesta di Caracas di aiuto al Fondo Monetario Internazionale potrà avere effetti anche molto gravi sul Venezuela, soprattutto alla luce delle condizioni delle strutture sanitarie del paese. La richiesta di Maduro era arrivata in seguito alla decisione di incrementare la produzione di dispositivi e medicinali utili a combattere l’epidemia nel Paese. Per fare ciò, infatti, il Venezuela è costretto a importare alcune materie prime indispensabili e il denaro del FMI sarebbe dovuto servire a finanziare questa urgentissima necessità.

Nonostante tale quadro, rimane inascoltato l’appello delle Nazioni Unite affinché “tacciano i cannoni” in tutto il mondo e siano sospese le sanzioni economiche durante la crisi del corona virus.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha lanciato un appello per un “cessate il fuoco generalizzato e immediato, in tutto il mondo”. Ciò al fine di proteggere l’umanità di fronte alla “furia del Covid-19” e in particolare i civili: i più vulnerabili in caso di conflitti armati.

“Folle farsi la guerra durante la crisi del corona virus”. L’emergenza coronavirus deve imporre al mondo intero solidarietà tra i popoli e unità d’intenti. Per questa ragione, il tempo delle guerre deve avere fine  immediatamente. “La violenza con la quale il corona virus si abbatte su di noi mostra quanto sia folle farsi la guerra in questo momento” – ha aggiunto Guterres nel suo appello accorato. “Deponete le armi, è l’ora di lasciare i conflitti dietro di noi e di concentrarci sulla vera battaglia comune. Fate tacere i cannoni e bloccate i bombardamenti aerei”.

Inoltre, gli esperti hanno sottolineato a più riprese il fatto che la diffusione incontrollata dell’epidemia nelle Nazioni più povere della Terra potrebbe provocare una carneficina. Molte di esse non hanno, infatti, a disposizione strutture sanitarie all’altezza di una sfida che sta mettendo in ginocchio persino i Paesi più ricchi del mondo.

Di fronte a tale scenario, la sete di imperialismo statunitense, non solo appare ingiustificata e anacronistica, ma sembra priva di una strategia di pianificazione ben meditata, che consentirebbe agli Stati Uniti di abbandonare l’innata inclinazione ad insistere sul fatto che “la storia cominci con gli USA”, e che li condanna, per l’eternità, come un novello Sisifo, a ripetere le proprie folli ed inutili imprese.

 

 

0 Condivisioni