Politica, dopo il Covid19 sarà tutto uguale


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Ecco le belve che si azzannano su palcoscenico della politica. I pagliacci che affollano il circo delle reti televisive, dei giornali e dei social, giornalisti al servizio dei politicanti di questa piccola Italia, buttano benzina sul fuoco. Questa è l’Italia.

Dopo il Covid19 sarà tutto uguale.

Gli interessi degli Italiani non interessano, ciò che orienta l’azione è il raggiungimento del potere ad ogni costo.

A distanza di poche settimane dall’inizio della pandemia, durante le quali sembrava possibile ritrovare una consapevolezza umana delle relazioni fra le persone e, conseguentemente, fra i rappresentanti della politica, si è ritornati alla bagarre totale.

Al primo raggio di sole, un calo dei contagi ed una leggera riduzione della pressione sulle strutture ospedaliere, è ricominciato il linciaggio mediatico, la denigrazione, la manipolazione delle notizie in funzione di un obiettivo specifico.

Non è bastato un mese di terrore, di paura, di segregazione. Non sono serviti i richiami all’unità nazionale, gli inni alla compattezza ed alla dignità lanciati da molti cittadini italiani, personaggi pubblici, mezzi di comunicazione. E’ ricomparsa, più viva che mai, la sete di potere a tutti i costi.

Destra e Sinistra si scontrano, adoperando qualunque arma a disposizione. Si sa, quando non si possono demolire i contenuti, si cerca di demolire gli avversari.

Da qualche giorno si cavalca il dissenso alle misure di distanziamento sociale, rievocando sistemi di matrice orwelliana, per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero e dei movimenti. Trasmissioni televisive interamente dedicate a questo tema, senza mai pensare alle conseguenze di ciò, al fatto che l’unico metodo possibile per combattere questo subdolo virus non potesse che essere quello adoperato prima in Cina e poi in Italia.

Lo dimostrano le esperienze della Gran Bretagna, del Giappone, della Svezia, Paesi che hanno tentato di percorrere altre vie, salvo poi essere costretti a rivalutare e a fare proprio il modello cino-italiano. Non si riesce a comprendere quanto male generi l’utilizzo di questi messaggi di contrapposizione al modello, in questa fase di difficile transizione dalla totale reclusione alla possibilità di moderare tale rigidità.

Quando vi è assenza di contenuti, o perché quelli adottati sono condivisibili, o perché non vi è sostanza negli interlocutori, si usa l’arma del buttarla in “caciara”, usando un termine caro ai romani. Ma il problema è che si è inconsapevoli del danno che si crea.

La speranza di noi tutti, in una situazione così drammatica, era che ci si stringesse intorno ad una nuova idea di convivenza collettiva, dialettica ma consapevole. Con un obiettivo comune a tutti: sconfiggere il male assoluto, quel virus dalle forme mostruose che ha privato troppi di noi dei propri cari, togliendoci un pezzo di vita e di libertà. Ma che avrebbe potuto restituirci qualcosa, ossia la consapevolezza che taluni nostri comportamenti erano ben sopra le righe, che il consumo dell’ambiente era eccessivo, che a molti beni voluttuari si poteva rinunciare, che certe abitudini erano solo figlie di un uso errato del tempo.

Il Covid19 è arrivato per avvertirci di avere oltrepassato il limite, per avvisarci di un possibile non  ritorno.

Come in “Ultimatum alla Terra” (The Day the Earth Stood Still), film del 2008 diretto da Scott Derrickson, remake dell’omonimo film di fantascienza del 1951. Dove gli extraterrestri venuti per distruggere la Terra ormai degradata nel suo stato materiale e nei costumi, poi trovano in essa qualcosa di buono ed intravedono una possibile redenzione.

“Klaatu (personaggio alieno), assistendo alla tristezza di Jacob e all’attacco dello sciame alieno che nel frattempo è sopraggiunto, si convince che c’è dell’altro nell’umanità, come gli aveva detto il compagno cinese e capisce che l’umanità ha la capacità di riscattarsi: decide di ritornare con Jacob nonché Helen e il suo collega arrivati nel frattempo, alla sfera di Central Park per fermare lo sciame alieno. Qui giunto, quasi senza colpo ferire perché anche i militari si sono ormai arresi, riesce a bloccare lo sciame salvando appena in tempo Jacob ed Helen (scienziata terrestre) ma, non, purtroppo, il suo collega. Klaatu entra nella sfera e vola via dalla Terra insieme ad essa. Come ultimo effetto, su tutta la Terra viene provocato un black-out e tutta la razza umana piomba nel silenzio e nella riflessione”.

Questa volta il finale è diverso. Il rischio serio è che non si capisca la portata di quanto sta accadendo e che ci si convinca che tutto possa ricominciare come prima.

Raimondo Schiavone

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