Siria. Dietro l’attacco chimico a Ghouta c’era la Turchia. Noi l’avevamo detto


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(Talal Khrais) –  Il 21 Agosto del 2013 sono stato in Siria insieme ai colleghi italiani quando fu compiuto, da parte dei cosiddetti rivoluzionari (intendo al Qaeda), un atto orribile: un attacco chimico. Abbiamo visto con i nostri occhi i soldati siriani uccisi da questa orribile arma. Abbiamo scritto che i bambini mostrati dai terroristi erano stati rapiti. Ci sembrava strano vedere solo bambini morti senza vedere nessuna madre. Troppo strano per essere vero.

Abbiamo più volte rilevato il complotto della Turchia che voleva ad ogni costo un intervento della NATO contro Damasco e il presidente Assad, un intervento che è stato fermato solo all’ultimo momento quando i russi e i cinesi si sono schierati apertamente con la Siria.

Non si capisce perché quando i giornalisti italiani scrivono, e sono testimoni diretti di un fatto, il mondo politico italiano fa finta di niente e invece quando le stesse notizie passano, ad esempio, sulla BBC, tutti si sentano in qualche modo obbligati a crederci.

“Non fu la Siria a usare le armi chimiche ma un complotto per provocare l’intervento Usa, con il probabile coinvolgimento della Turchia. Per questo Obama si fermò all’ultimo momento”. Oggi tutto il mondo si meraviglia per le parole pronunciate dal giornalista investigativo Seymour Hersh sul quotidiano La Repubblica. Secondo Hersh, l’attacco del 21 agosto nei sobborghi di Damasco non fu provocato dal governo siriano, ma dai ribelli. Le accuse alla Siria servivano per provocare l’intervento americano nel conflitto interno. Si trattava di un complotto in cui era coinvolta la Turchia di Erdogan. Nessuno si ricorda che 85.000 terroristi sono entrati in Siria dalla Turchia, non certo all’insaputa del governo. Terroristi che sono probabilmente con il coinvolgimento di alcuni Servizi Occidentali (Francia e Gran Bretagna.

Tante volte il Segretario Generale del Centro Italo Arabo, Raimondo Schiavone, ha avvertito che esiste un legame stretto tra Ankara e l’organizzazione jihadista Al Qaeda che opera con le sue centrali nel conflitto siriano. Hersh evidenzia come fu l’intelligence britannica, in collaborazione con i servizi russi, a fornire le prove che gli agenti chimici utilizzati non provenissero dagli arsenali del governo siriano ma dai ribelli. L’intelligence americana sapeva che i ribelli di al Nusra, sostenuti dalla Turchia, stavano producendo armi chimiche. Il premier Erdogan aveva assoluto bisogno in quella fase che gli Stati Uniti intervenissero a fianco dei ribelli che stavano perdendo la guerra.

Se questa è la verità, perché l’Italia e i Paesi dell’Unione Europea continuano il loro ingiusto embargo contro la Siria?

La Siria sta vincendo contro il terrorismo su tutti i fronti, perché il suo popolo, le sue comunità etniche e religiose non cedono di fronte alle forze oscurantiste che vogliono far saltare una straordinaria convivenza in Siria dove 42 comunità hanno vissuto sempre insieme.

Come fanno le democrazie occidentali ad accettare tutto questo? Come si può rimanere inerti davanti a un Paese della NATO che sostiene direttamente il terrorismo di Al Qaeda e che uccide senza pietà musulmani, cristiani e armeni?

Forse gli avvenimenti in Ucraina ci allontanano dalla Siria. Ma è bene che si sappia che l’Esercito Arabo Siriano ogni giorno riconquista porzioni di territorio e che i cosiddetti ribelli, appoggiati da terroristi e mercenari, sono sempre più isolati. La popolazione ha capito una cosa: la Repubblica Siriana potrà essere salvata solo con la vittoria di Assad. Tutto il resto sono menzogne orchestrate da una propaganda mediatiche che giorno dopo giorno svela le sue menzogne e le sue debolezze.

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