Guerra mediatica e volontà popolare. Scene che si ripetono in Libano, Siria e Iraq


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(Talal Khrais) – Come da troppi anni accade, ci troviamo nuovamente in quella che possiamo definire una vera e propria guerra mediatica dove stampa e televisione vogliono mostrarci i paesi del medio oriente sotto un’ottica ben lontana dalla verità.

Negli ultimi 3 anni, la Siria è stata l’esempio più significativo: le notizie pervenute in occidente provenienti solitamente dalla tivù del Qatar “Al Jazeera”, si sono spesso rivelate false e volutamente dannose nei confronti del regime del Presidente Bashar Assad accusato, ad esempio, della morte dei neonati nell’ospedale pediatrico al Walid, o del pesante attacco al centro di Homs, o del famigerato uso delle armi chimiche contro la popolazione. Sulla base di queste false notizie l’Occidente decideva le sanzioni contro Damasco e sosteneva i terroristi dello Stato dell’Iraq e del Levante.

Oggi la guerra mediatica ha spostato temporaneamente il suo bersaglio verso l’Iraq e il Libano dove la verità emerge solo grazie alla resistenza delle Forze in campo che si oppongono ai piani strategici che si celano dietro la propaganda mediatica. Oggi sappiamo che lo Stato dell’Iraq e del Levante non è un gruppo di combattenti ma un vero esercito con mezzi pesanti, un movimento che richiede un coordinamento con tutti gli stati vicini.

Insieme allo Stato dell’Iraq e del Levante (in arabo Da’ech) si muove, infatti, l’Arabia Saudita e il Qatar che offrono il denaro necessario per favorire l’ingresso dell’Esercito dei terroristi nel territorio iracheno, come d’altronde hanno fatto nel 2012 in Siria.

L’immagine che una certa stampa ci dà dell’Iraq come un paese rassegnato, un esercito stanco e abbattuto non sono vere ma presto l’opinione pubblica avvelenata da false notizie potrà scoprire la verità. Chi segue le informazioni in questo momento crede che il Movimento Salafita sia in grado di controllare la Siria, l’Iraq e il Libano.

Ma la verità è un’altra.

Malgrado i due falliti attentati avvenuti in Libano, precisamente a Dahr el Baidar e nella vicinanza della periferia Sud di Beirut, Hezbollah e le diverse Forze di Sicurezza Siriana sono comunque riusciti a dare un duro colpo alla rete terroristica presente in Libano.

Nei giorni scorsi infatti, l’Esercito siriano ha liberato un villaggio sul confine con il Libano, Tfail, dove erano presenti migliaia di combattenti fuggiti verso Zabadane, zona turistica assediata da una parte da Hezbollah e dall’altra dalle Forze Armate. Le Forze Armate Siriane sono poi avanzate per circa 10 KM dalla pianura di Rankous verso le campagne di Arsal. I migliaia di terroristi si sono quindi trovati accerchiati da una parte dall’Esercito Siriano e da Hezbollah e l’Esercito Libanese dall’altra.

L’obbiettivo Iraq è dunque fallito perché mirava l’occupazione di Baghdad e non certo l’arrestarsi in una terra deserta, in trappola tra le Forze Armate Siriane e quelle irachene.

Questo ci fa capire che, a dispetto delle false notizie che ci possono pervenire, in Iraq, in Libano e in Siria c’è una profonda e radicata volontà di sconfiggere il terrorismo.

Post Scriptum

Da giorni, gran parte della stampa italiana parla del rapimento dei tre coloni israeliani ignorando il dramma della striscia di Gaza, un territorio stremato e ferito a causa dei bombardamenti degli Israeliani dove i bambini sono stati privati di ogni bene di prima necessità, gli ospedali sono senza corrente elettrica e la popolazione è prossima allo sfinimento.

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