Russia: non lasceremo cadere l’Iraq nelle mani dei terroristi


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(DAMASCO) – La Russia non rimarrà passiva di fronte all’offensiva dei terroristi dell’ISIS (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) in Iraq. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov al termine dell’incontro con il presidente della Siria Bashar al-Assad a Damasco.

Ryabkov ha ribadito che Mosca impedirà in tutti i modi il diffondersi del terrorismo nella regione e bloccherà le azioni di tutti quei gruppi che stanno minando l’unità e la stabilità del paese: “La situazione è molto pericolosa in Iraq e le basi dello stato iracheno sono sotto minaccia”.

Il vice ministro russo ha dunque sottolineato che le crisi in Siria e in Iraq devono essere risolte “attraverso un autentico dialogo nazionale”.

Alla domanda circa la decisione di Washington di sostenere i “ribelli moderati” in Siria, Ryabkov ha detto: “Non ci può essere alcuna alternativa a una soluzione politica. Noi respingiamo questa politica degli Stati Uniti, è nell’interesse di tutti, compresi gli americani,agire in modo responsabile sulla Siria”.

Mosca ha ribadito il suo apprezzamento per la decisione di Damasco di consegnare il suo arsenale di armi chimiche e ha chiesto, nel contempo, a Israele di “rispettare” il trattato di non-proliferazione delle armi nucleari”.

Le dichiarazioni di Ryabkov sono arrivate nel giorno in cui i jihadisti dell’Isis hanno annunciato la ricostituzione del Califfato, regime politico islamico sparito da circa un secolo. In un audio postato su Internet, l’Isis ha anche designato il suo capo Abu Bakr al-Baghdadi “califfo”, cioé “capo dei musulmani” nel mondo.

Intanto l’Iraq ha ricevuto una prima fornitura di aerei da caccia russi Sukhoi per aiutare il Paese nella contro-offensiva ai miliziani jihadisti che si sono impadroniti di larga parte del Paese. L’annuncio di Baghdad è giunto mentre le forze governative, sostenute dall’aviazione, hanno lanciato un assalto per riprendersi la città di Tikrit, vecchio feudo di Saddam Hussein, a 60km da Baghdad.

(red.)

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