L’America Latina compatta contro Israele: uccide i civili palestinesi a Gaza


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Il governo cubano condanna  gli “attacchi indiscriminati” di Israele contro gli obiettivi civili a Gaza e chiede alla comunità internazionale di fare pressioni su Tel Aviv per una tregua. Cuba assiste con preoccupazione ai gravi eventi che si stanno verificando nella Striscia di Gaza. Il ministero degli Esteri cubano, in un comunicato, chiede alla comunità internazionale “di far cessare immediatamente l’aggressione israeliana contro il popolo di Gaza”.

Intanto Cile, Perù e El Salvador hanno annunciato di aver richiamato in patria i rispettivi ambasciatori in Israele, come segno di protesta per i ‘bombardamenti indiscriminati’ sulla Striscia di Gaza. Analoghi provvedimenti erano già stati adottati da Brasile ed Ecuador. Particolarmente significativa l’iniziativa cilena, trattandosi di un Paese che siede attualmente tra i dieci membri a rotazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e nel quale risiede una delle comunità palestinesi più ingenti al di fuori del Vicino e Medio Oriente, oltre che di una cospicua minoranza ebraica.

Il governo boliviano ha deciso di includere Israele nella propria lista di “Stati terroristi” per protestare contro le operazioni messe in atto dall’esercito israeliano. L’offensiva sul territorio costiero – ha dichiarato il presidente boliviano, Evo Morales – dimostra come Israele non sia il garante dei principi del rispetto della vita e dei diritti fondamentali che garantiscono la coesistenza pacifica della nostra comunità internazionale”.

Anche il Venezuela si schiera contro Israele. In una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Esteri, il governo ha ribadito “la sua forte condanna per l’attacco criminale dello Stato di Israele, che ha avviato una fase più elevata della politica e del suo sterminio genocida con l’invasione di terra del territorio palestinese, che uccide uomini, donne e bambini innocenti”.

Il Venezuela ripudia “le campagne ciniche che cercano di condannare le parti allo stesso modo, quando è chiaro che moralmente non è paragonabile la situazione della Palestina occupata e massacrata rispetto allo Stato occupante, Israele, che ha anche una superiorità militare e agisce al di fuori del diritto internazionale”.

Il Governo argentino ha chiesto la fine immediata degli attacchi militari israeliani che colpiscono prevalentemente la popolazione civile e ha rinnovato la sua condanna per “l’uso sproporzionato delle forze militari dello Stato di Israele che ha provocato migliaia di vittime nella Striscia”.

In Europa, la Spagna si è schierata per la fine immediata dei raid aerei sulla Striscia: “L’unica via da percorrere – ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Garcia-Margallo – è una risoluzione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la cessazione delle ostilità. Subito dopo si dovrebbe aprire una fase di negoziazione che affronti alla radice il problema per porre fine a un conflitto che dura dal 1948. Certamente quello che serve – ha concluso l’esponente del governo iberico – è un aiuto umanitario immediato”.

 

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