Lettera a Renzi e Mogherini: riaprire subito l’ambasciata siriana in Italia


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“A seguito dell’evolversi del quadro internazionale e delle possibili alleanze contro il terrorismo dello Stato Islamico, chiediamo al Governo italiano di riaprire immediatamente i canali diplomatici con le autorità siriane e di intraprendere ogni azione affinché l’ambasciata siriana in Italia, con il rientro del suo delegato, venga riaperta al più presto”. È quanto chiede il Centro Italo Arabo Assadakah al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro degli Affari esteri, Federica Mogherini, in una lettera nella quale invitano l’esecutivo italiano “ad attivarsi presso l’Unione Europea e le Nazioni Unite affinché cessino immediatamente le sanzioni nei confronti della Siria in modo da garantire a Damasco di riallacciare normali relazioni diplomatiche per fronteggiare la minaccia del fondamentalismo islamico, riconoscendo a quel governo un ruolo essenziale nella lotta contro il terrorismo dello Stato Islamico e di al Qaeda”.

“Il Centro Italo Arabo – scrive il segretario generale Raimondo Schiavone – esprime profonda preoccupazione per l’aggravarsi della situazione in Siria e Iraq, con il rafforzamento dei gruppi jihadisti che oramai controllano vaste porzioni di territorio nei due paesi. Sin dall’inizio della crisi, abbiamo evidenziato il pericolo rappresentato dal terrorismo internazionale di matrice islamica e, attraverso una capillare opera di informazione condotta dai nostri giornalisti sul campo, abbiamo denunciato le violenze commesse dai combattenti, irresponsabilmente definiti ribelli o rivoluzionari, nei confronti della popolazione siriana e, in particolare, nei confronti delle minoranze religiose che da millenni fanno parte del tessuto sociale e culturale della regione”.

“Molte delle atrocità e crimini che in un primo momento, senza alcuna prova, sono stati attribuiti al governo di Damasco, – sottolinea nella lettera inviata a Renzi e Mogherini – sono stati commessi dall’opposizione armata, nelle cui file spadroneggiano i terroristi dello Stato Islamico e di al Qaeda. Oggi sappiamo, con certezza, che la strage di Hula del maggio del 2012, la cosiddetta strage del pane del dicembre del 2012 e l’attacco chimico di Ghouta nell’agosto del 2013, falsamente attribuite dai ribelli e dalle organizzazioni a loro vicine al “regime”, non portano la firma del presidente siriano Bashar al Assad, che fin dall’inizio, come dimostrano le numerose lettere inviate all’Unione Europea e alle Nazioni Unite, ha denunciato l’avanzare del terrorismo nel paese”.

Il Centro Italo Arabo sottolinea come persino gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, che soltanto un anno fa erano pronti a condurre un’azione militare contro Damasco, si sono convinti della necessità di fermare ad ogni costo i terroristi in Siria e in Iraq, anche attraverso un coordinamento con il presidente Assad. “La Siria – è scritto nella nota – ha rispettato l’impegno di smantellare il suo arsenale chimico, dimostrando rispetto per gli impegni presi a livello internazionale. Lo ha fatto nei tempi e con le modalità decise dalle Nazioni Unite. Al governo legittimo di Damasco bisogna dunque riconoscere il merito di aver intrapreso la strada verso la pace e la volontà di trovare una soluzione diplomatica a quel conflitto”.

Schiavone non ha dubbi: “Il Presidente Bashar al Assad è stato l’unico ad aver difeso, protetto e garantito le comunità cristiane, letteralmente massacrate dei combattenti dello Stato Islamico e del Fronte al Nusra. L’opposizione armata e le bande criminali che imperversano nel paese, in aggiunta ai terroristi jihadisti, sono oggi l’unico grande pericolo per la Siria e la stabilità dell’intera regione”.

Il Centro Italo Arabo  ricorda come l’Italia, a seguito della strage di Hula del 2012, nella quale sono stati massacrati 110 civili, abbia dichiarato indesiderata la delegazione diplomatica siriana nel nostro paese, comportando così la chiusura dell’ambasciata della Repubblica Siriana in Italia.

“Quella strage, – evidenzia Schiavone nella lettera a Renzi e Mogherini – come è stato dimostrato dall’inchiesta condotta dall’unico giornalista presente sul posto in quel momento, il tedesco Rainer Hermann del Frankfurter Allgemeine Zeitung, è stata compiuta dai militanti sunniti anti-Assad. Le vittime, infatti, erano prevalentemente alawiti e sciiti.  Per questa ragione – conclude il segretario di Assadakah – bisogna riaprire immediatamente i canali diplomatici con le autorità siriane e intraprendere ogni azione affinché l’ambasciata siriana in Italia, con il rientro del suo delegato, venga riaperta al più presto”.

 

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