Netanyahu contro la Francia. E lo “Stato Ebraico” spacca il paese


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Isolato a livello internazionale, lontano come non mai dagli storici alleati della Casa Bianca, Israele ora punta il dito contro la Francia. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha infatti dichiarato che il riconoscimento della Palestina da parte della Francia sarebbe una mossa irresponsabile. “Ovviamente sono preoccupato per il voto della Francia sul riconoscimento di uno stato palestinese, perché avverrebbe senza che vi sia la pace” ha detto Netanyahu, aggiungendo anche che i palestinesi vogliono un loro stato ma non vogliono fermare la guerra contro Israele.

Il commento del premier è arrivato dopo che il Consiglio dei ministri israeliano ha approvato il disegno di legge, fortemente voluto dal premier, che sancisce la natura ebraica dello Stato di Israele. E questo nonostante il 20% degli abitanti sia arabo.

L’approvazione è arrivata al termine di una riunione incandescente, durante la quale Netanyahu si è scontrato con diversi ministri. Sulla bozza, che mercoledì sarà presentata in Parlamento, si sono espressi contro 7 ministri su 22 e uno di essi, Yair Lapid, si è detto pronto a lasciare il governo e a schierarsi con l’opposizione. «Una legge cattiva» ha commentato. Lapid è il giornalista e conduttore che si è messo in politica appena due anni fa, su posizioni centriste, ed è stato la grande sorpresa delle ultime elezioni (il suo Yesh Atid – C’è un futuro – è diventato subito il secondo partito).

Più duri sono stati i commenti dall’opposizione: il leader laburista Yitzhak Herzog ha parlato di «irresponsabilità». La leader del partito Meretz (sinistra sionista) Zahava Galon ha da parte sua accusato il governo di aver compiuto “un crimine” contro la democrazia israeliana.

Contro la bozza di legge ha votato anche il ministro della Giustizia Tzipi Livni, e un ministro del Likud, il partito del premier Benyamin Netanyahu, mentre entusiasta è il partito nazionalista “Casa ebraica” di Naftali Bennett, che ha lasciato intendere che questa legge è stata elaborata in reazione a recenti sentenze della Corte Suprema israeliana. Il testo, che non si ferma a una definizione (che sostituisce quella di stato “ebraico e democratico”) prevede che il diritto ebraico sia di «ispirazione» per i legislatori.Un dirigente del Likud, Zeev Elkin, ha osservato che se la Palestina sarà lo Stato nazionale dei palestinesi occorre al tempo stesso ribadire che «Israele è lo Stato nazionale del popolo ebraico».

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