NextMed: da Enpi a Eni, la Sardegna guida la cooperazione nel Mediterraneo


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È stato presentato a Roma, nel corso di una conferenza presso la sede della Stampa estera a Roma, il convegno “NextMed – Da Enpi a Eni: una nuova fase della cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo”, organizzato nell’ambito del semestre italiano di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Nextmed si configura come un momento di riflessione sulla “nuova politica europea di vicinato nel Mediterraneo”. nel corso dell’evento, che si terrà il 12 dicembre a Roma, saranno raccontati i 95 progetti finanziati dal programma.

La sessione politica “New challenges for Mediterranean cooperation” riunirà esponenti politici delle istituzioni europee e rappresentanti dei governi dei Paesi del Mediterraneo, con l’obiettivo di promuovere riflessioni comuni sui seguenti temi: in quale modo la Politica Europea di Vicinato può contribuire a una migliore integrazione politica, economica, culturale e sociale dello spazio mediterraneo? Quali settori possono stimolare la cooperazione tra governi, istituzioni locali e società civile? Quale potrebbe essere il valore aggiunto della cooperazione transfrontaliera nel quadro complessivo delle relazioni euro-mediterranee?

All’incontro con i giornalisti esteri era presente Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, che ha affermato: “Per aiutare il nostro sviluppo e quello di altri Paesi abbiamo bisogno di investire sul capitale umano, sull’istruzione e lo scambio di conoscenze e tecnologie. Inoltre abbiamo bisogno di qualità istituzionale, ad esempio nella gestione dei rifiuti o dell’acqua, e di mercati aperti”.

La Sardegna, già Autorità di gestione del Programma Enpi Cbc (Cross-Border Cooperation) Bacino del Mediterraneo per il periodo 2007-2013, continuerà a svolgere questo ruolo anche nella fase successiva, con l’Eni Cbc Med Programme 2014-2020. “La Sardegna, per la sua posizione naturale, è una perfetta piattaforma logistica per un dialogo tra le due sponde del Mediterraneo. E’ un luogo di eccellenza per la cooperazione e la progettualità”.

Il programma europeo di cooperazione transfrontaliera Enpi Cbc Med, che coinvolge sette Paesi membri dell’Ue e sette Paesi partner della sponda sud del Mediterraneo (Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Libano, Malta, Palestinese, Portogallo, Spagna e Tunisia) ha costituito una piattaforma di cooperazione tra attori locali, amministrazioni pubbliche, università, organizzazioni della società civile e settore privato, per progetti in settori chiave come la crescita socio-economica, il dialogo culturale, il turismo sostenibile, le sfide ambientali e lo sviluppo del capitale umano.

Un programma, ha sottolineato il presidente della Sardegna, caratterizzato da un presupposto di “pari dignità” tra i partecipanti. “Non si tratta di un progetto europeo che si rivolge dall’alto dalla sponda sud del Mediterraneo – ha spiegato – ma viene gestito cooperativamente da tutti”, e questo garantisce un “maggiore senso di appartenenza” da parte dei partner del Sud. E l’obiettivo non è quello di “cooperare su cose molto concrete: si possono costruire cose molto utili, aiutare piccole imprese a produrre meglio, si può migliorare l’istruzione e aiutare chi governa a farlo meglio”, mettendo le “buone pratiche” di alcune realtà “a disposizione di altre parti nel Mediterraneo”.

“Ridurre il divario tra le due sponde del Mediterraneo è il punto fondamentale cui l’Europa dovrebbe dare attenzione – ha concluso Pigliaru -. Enpi ha lavorato su questo punto per stimolare la progettualità e la cooperazione, perché la cooperazione serve a far crescere la fiducia e niente si fa in assenza di fiducia”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche l’ex ambasciatore Nehad Abdel Latif, già assistente del Ministro degli esteri egiziano, Ian Borg, Segretario Parlamentare per la Presidenza Maltese del Consiglio dell’Unione Europea 2017, e Alberto Cutillo, ministro plenipotenziario e vice-direttore generale UE dell’integrazione europea presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

Per Nehad Abdel Latif, il programma è  “molto speciale, perché insiste, al di là della ‘partnership’, sulla ‘co-ownership’: il che significa che le parti hanno negoziato insieme e realizzano insieme i progetti”. I 14 Paesi coinvolti nel programma infatti, spiega, sono tutti presenti nei comitati che seguono i progetti finanziati dalla politica di vicinato della Ue. Inoltre, “l’approccio è partecipativo tra i diversi soggetti del sud e del nord” del Mediterraneo, e “la lingua araba – sottolinea – è stata introdotta per la prima volta” in questo settore.

L’Egitto, sottolinea ancora Abdel Latif, ha partecipato al Programma Enpi con 33 progetti sui 95 varati nel periodo 2007-2013, un dato “che riflette l’importanza data dagli egiziani” al programma stesso. Si è trattato di progetti diversi, prosegue, dal settore lattiero “che è importante” per l’economia locale, ad altri per le energie rinnovabili, soprattutto quella solare, dalla gestione dei rifiuti al turismo, “che è di grande rilievo per tutte le economie dell’area euro-mediterranea”.

Ian Borg ha invece sottolineato che “pur essendo Malta il più piccolo Paese d’Europa a oggi ha messo in cantiere 12 dei 95 progetti Enpi. Abbiamo tanto da offrire, il Mediterraneo è una grande regione ed è così che dovremmo iniziare a proporci all’Europa e al resto del mondo”.

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