Il Natale degli Armeni nell’anno del centenario del genocidio: un crimine da ricordare


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(Talal Khrais – Roma) – Quest’anno ricorre il centenario del Genocidio del popolo armeno perpetrato dagli ottomani il 24 Aprile 1915, l’olocausto degli innocenti. Per tale ragione la Santa Messa Solenne e il Rito del Battesimo di Gesù nella Chiesa Armena di Roma, insieme al tradizionale pranzo organizzato dal Pontificio Collegio Armeno, hanno assunto un significato particolare. Il Natale degli Armeni cade infatti il 6 gennaio, in concomitanza con la tradizionale festa dell’Epifania. La data convenzionalmente attribuita dalla Chiesa cattolica alla commemorazione della nascita di Gesù, il 25 dicembre, è stata scelta successivamente al III secolo, con la volontà di sovrapporre la festività cristiana alle celebrazioni per il solstizio d’inverno (tipiche del nord Europa) e alle feste dei Saturnali romani che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre.

Per Monsignor Georges Noradounguian, Rettore del Collegio di origini siriane, la ricorrenza del Natale in occasione del centenario del genocidio non può essere considerata un momento di gioia: “Sono triste perché ci sono pochissimi testimoni ancora in vita che possono raccontare la tragedia che ha subito il popolo armeno. Una generazione va e un’altra arriva. Ciò è fonte di speranza, perché la testimonianza si tramanda di padre in figlio e in Armenia ci sarà sempre qualcuno che potrà ricordare questo crimine contro l’umanità”.

Il pranzo quest’anno ha visto la partecipazione di moltissimi giovani e volontari, tutti consapevoli che la ricorrenza religiosa si sposa come non mai con il ricordo e la testimonianza di un olocausto, che la storia spesso ha dimenticato,  che ha condotto alla morte, dopo atroci sofferenze, oltre un milione e mezzo di innocenti.

“Dobbiamo pensare – ha sottolineato il Rettore ricordando che il Santo Padre celebrerà il prossimo 12 Aprile una messa per ricordare le vittime del genocidio – al futuro alla nuova Repubblica dell’Armenia e al sogno del popolo armeno di avere finalmente il proprio Stato. Dobbiamo lavorare sempre più perché gli armeni della diaspora contribuiscano alla prosperità e al futuro dello Stato”.

Il Pontificio Collegio Armeno di Roma non è solo uno straordinario seminario che si occupa di formare i futuri sacerdoti. All’interno della propria missione, svolge numerose altre attività. Il Collegio rimane un importante testimone della storia della comunità armena nel corso degli anni, una comunità che ha subito ogni tipo di ingiustizia  per voler affermare  la propria identità cristiana. Il Collegio di Roma ospita moltissimi religiosi fuggiti dalle persecuzioni dei fondamentalisti, ISIS e Al Nusra su tutti, in Siria e Iraq.

Il Collegio sorge nel rione Trevi di Roma in Salita di San Nicola da Tolentino, a pochi metri da piazza Barberini. Il Pontificio Collegio Armeno e la Chiesa Armena di San Nicola da Tolentino sono stati nel tempo e sono tuttora un punto di riferimento importante per la popolazione armena della Capitale.

La struttura ecclesiastica negli anni ha assolto il compito di raccogliere attorno a sé i fedeli armeni abitanti in città, svolgendo così la funzione di una vera e propria parrocchia, dove l’appuntamento importante è fisso alle ore 11.00 per la Santa Messa domenicale in rito armeno, dove dopo la Celebrazione Eucaristica il Collegio apre le sue porte per un piccolo rinfresco, che diventa l’occasione per lo sviluppo di relazioni sociali. Tale momento conviviale avviene nel piccolo, moderno, chiostro adiacente alla chiesa, dove si trova Khach’kar (croce di pietra) commemorativo del genocidio armeno del 1915.

La ricca Liturgia in rito armeno viene svolta in madre lingua, (coadiuvata da libretti appositi con la traduzione e la traslitterazione delle preghiere), ed è accompagnata dai canti eseguiti dal coro “Nostra Signora di Narek” della Chiesa Armena di San Nicola da Tolentino, composta dai seminaristi del Pontificio Collegio Armeno e dai giovani armeni di Roma. Annesso alla Chiesa di San Nicola da Tolentino vi è il Centro Culturale Beato Maloyan presso il quale si svolgono le numerose attività della comunità armena cattolica di Roma, quali: centro di ascolto – incontri culturali e formativi – corsi di lingua madre – corsi di catechismo per bambini – corale.

 

 

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