Le Ong fuggono dalla Siria


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(Leonardo Piccini) – Ancora atrocità e stragi in Siria: immagini aghiaccianti che rimbalzano da Twitter a Youtube: prima una strage di bambini, compiuta da kamikaze in azione contro il regime di Bashar Assad, con due attentaori suicidi apparteneti alla “Jabat al Nusra”, che in arabo vuol dire “Il Fronte dell’Aiuto”, una fazione legata ai terroristi di Al Qaeda, che si sono fatti esplodere nella provincia di Hana, nella Siria centrale provocando la morte di 18 persone, tra cui 11 bambini, e il ferimento di altre cinquanta. Poi, la crocifissione di due uomini in piazza a Raqqa, due cristiani, martirizzati e appesi a una croce da terroristi appartenenti all’Isis, lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, una sigla del terrore in competizione con i “cugini” della “Jabhat al Nusra”; un gruppo nato nel 2013 da una fusione tra jihadisti iracheni e siriani, che agisce con metodi brutali sia in Siria che in Iraq e che ha per obiettivo la creazione di un califfato islamico e l’imposizione della sharia. Il comandante di questa organizazione è Abu Bakr al -Baghdadi, sucessore di Abu Musab al -Zarqawi, divenuto famoso per le brutali violenze compiute contro la popolazione irachena.

Al-Baghdadi si definisce “Emiro di tutti i credenti” e oggi celebra in modo feroce la propria presenza sul territorio siriano con esecuzioni, crocifissioni e decapitazioni in pubblico, occupando le chiese cristiane e imponendo un regime di terrore che ha messo in fuga le Ong internazionali, a cui sono state sottratte cibo e farmaci. Del resto Al-Baghdadi, il comandante in capo rivendica il diritto di poter fare a meno degli aiuti dell’Occidente. In una recente comunicato ha dichiarato: <<non abbiamo bisogno dell’aiuto dell’Occidente, noi diamo alla nostra gente le cose di cui ha bisogno, come il cibo, la sicurezza e l’assistenza medica. Finora nelle zone liberate abbiamo distribuito 800 tonnellate di farina e abbiamo anche messo in funzione dei centri di dialisi per i malati>>. E mentre ad Aleppo 33 civili hanno perso la vita nel bombardamento di un mercato, i ribelli anti Assad sembrano sempre più isolati dalla comunità internazionale, abbandonati non solo dall’Europa ma nche dagli Stati Uniti. Da qualche settimana scarseggiano gli aprovvigionamenti, e non arrivano più nemmeno le ricche donazioni dei Paesi del Golfo Persico, e quelle dei qatarioti e dei sauditi sempre più spazientiti dalla violenza dei gruppi fondamentalisti legati ad Al Qaeda. Anche una fondazione storica, come “Mercy Corps” non fa più arrivare nemmeno un centesimo, e “World Vision”, una onlus che raccoglieva fondi per aiutare i cristiani in Siria, in questi tre anni di guerra civile ha raccolto dai privati solo la modesta cifra di 1,6 milioni di dollari, cioé nemmeno un decimo di quanto raccolto per aiutare le vittime del tifone Haiyan nelle Filippine. Secondo le maggiori organizzazioni umanitarie mondiali, nessuna crisi ha sensibilizzato meno l’opinione pubblica della guerra in Siria. E il 2014 potrebbe essere perfino peggiore del 2013. Un dato su tutti: secondo l’Agire, (l’Agenzia italiana per la Risposta alle Emergenze), mentre per il tifone nelle Filippine, gli italiani hamo donato 427.000 euro, per la Siria sono stati raccolti solo 92.000 euro>>. E’ come se non solo le fondazioni internazionali e le associazioni umanitarie, ma anche l’opinione pubblica avesse deciso di abbandonare la Siria al proprio destino di violenza e di orrore, con i suoi 140 mila morti (di cui settemila bambibi), e i suoi 3 milioni di rifugiati all’estero.

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