Gli interessi degli Usa e dell’UE in Macedonia


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(Salvatore Lazzara) – Come annunciato comincia la protesta finanziata dagli Stati Uniti d’America per rovesciare il governo macedone, reo di permettere il passaggio del gasdotto che dalla Grecia porterà alla Serbia il gas russo, sostituendo il south stream che vedeva un ruolo primario dell’Italia e che è stato abbandonato dai servi USA della nostrana governance politica.  Comincia ad emergere con grande fatica ciò che avviene in quella sperduta regione. In pochi –annota Alessia Lai-,  hanno riportato i recenti incidenti nei quali si sono registrati 22 morti, 8 poliziotti e 14 terroristi, in seguito a una lunga operazione delle forze dell’ordine macedoni a Kumanovo, area di etnia albanese (il 25 percento della popolazione della Macedonia) nel nord del Paese.

Il tema caldo da considerare sullo sfondo è la questione energetica. Inutile negare che la partita giocata in Ucraina aveva alle spalle il gravoso problema del gas che dalla Russia ogni giorno arriva in Europa. Ebbene, solo qualche mese fa Putin ha dovuto rinunciare al South Stream, un gasdotto che doveva attraversare il Mar Nero, la Bulgaria, altri paesi balcanici per arrivare fino all’Ue. Dopo lo stop alla pipeline da parte della Bulgaria, il presidente russo ha cambiato strategia, stringendo un accordo con la Turchia per un gasdotto che attraversi i territori di Ankara. Il progetto del Balkan Stream (Turkish Stream) prevede che il gas dopo aver lasciato la Turchia passi per la Grecia, la Macedonia e arrivi infine in Austria. Aggirando così la Bulgaria.

I ripetuti contatti tra Putin e Tsipras hanno aperto le porte di Atene al Balkan Stream, spaventando l’Europa e, soprattutto, gli Stati Uniti. Anche la Macedonia ha detto sì al progetto, e già la società russa “Stroytransgaz” sta costruendo un gasdotto in territorio macedone che potrebbe esser poi collegato al Turkish Stream. Tutti i ministri e capi di Stato dei paesi balcani sono preoccupati della crisi macedone. “Per la prima volta sono un pò preoccupato”, ha detto il ministro degli Esteri serbo, Aleksandar Vucic. I timori sono giustificati, viste le recenti guerre combattute in quei territori, insanguinate da rivalità etniche e religiose.

Eppure, dietro la rivolta di Skopje, non è possibile escludere che ci sia anche una partita più grande. Che lega con i tubi del gas la Russia, l’Europa e gli Stati Uniti. Quale il crimine del governo macedone? Aver accettato il progetto russo del gasdotto Turkish stream che, bypassando l’Ucraina porterebbe preziosa fonte energetica, attraverso la Macedonia e la Serbia in Ungheria il che costituirebbe un grande guadagno per l’Europa ma non per la UE che è antagonista ormai (non ci dovrebbero esserci dei dubbi in merito) ai popoli dell’Europa.

Non solo.  Il governo macedone, con il benestare della Serbia, ha approvato che la “Via della Seta” cinese potesse collegarsi tramite ferrovia a Budapest, attraverso Macedonia e Serbia a partire dal porto di Atene . Gli ultimi scontri di frontiera tra miliziani Kosovari e polizia macedone rientrano nella strategia Usa/Nato/UE di destabilizzare la Macedonia facendo leva sugli albanesi ivi presenti sul territorio e sul “presunto” deficit di democrazia che come si sa risulta insopportabile per Nato e soci. Con un copione che sembra molto simile agli interventi tipici degli States di esportazione della democrazia, si vuole rovesciare il governo legittimo della Macedonia per iniziare il progetto di annessione dei Balcani che potrebbe comprendere, oltre la Serbia , anche la stessa riottosa Grecia qualora non si ravvedesse delle sue ultime bizzarre proposte di politica monetaria.

Ogni volta che nel quadro geopolitico europeo, si muove qualcosa o qualcuno contrario alle mire economiche degli USA e dell’UE, magicamente i media portano alla ribalta questioni che creano reazioni negative nell’opinione pubblica. Lo spettro della corruzione, della mancanza di libertà, legittimano le potenze occidentali con a capo l’America a intervenire. Conosciamo fin troppo bene quali sono gli interessi dell’Occidente. Contrastare con tutti i mezzi, l’avanzata della Russia, usando i temi legati alla democrazia. Gli interventi dei media, addirittura paragonano la questione della Macedonia, all’Ucraina, facendo dei parallelismi pericolosissimi:  “è l’altra Ucraina –commenta il giornale-. Per tanti motivi fa meno notizia, tra cui il fatto che conta soli due milioni di abitanti. Ma in Macedonia in questi giorni stanno avvenendo rivolte che ricordano molto quelle di piazza Maidan a Kiev, anche se i protagonisti sembrano essere invertiti”.

Creare paragoni dolorosi, intrisi di sangue, per giustificare l’intervento armato e la ribellione, è servilismo puro per conto di quanti, invece di cercare il bene del popolo, proteggono soltanto i propri interessi. Addirittura, viene “giustificata la manifestazione di Skopie “cui hanno partecipato circa 20.000 persone e che chiedeva le dimissioni del premier Nikola Gruevski. Il capo dell’esecutivo macedone è accusato di corruzione ed è considerato il responsabile di uno scandalo intercettazioni a carico di 20.000 persone, ascoltate illegalmente dai servizi segreti locali”.

E’ arrivato il momento di porre fine a tanta ipocrisia. Non si può giocare con la vita della gente. Ogni stato in democrazia ha diritto di stabilire la sua politica. Altrimenti cadiamo nella dittatura, che con il passare del tempo produrrà sempre di più morte e distruzione.

 

 

 

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