LA SCHEDA. Ecco tutti i beni archeologici distrutti dall’ISIS


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Esplosivi, bulldozer, mazze e picconi, martelli pneumatici e perfino armi automatiche: il furore iconoclasta dei jihadisti in circa un anno ha fatto tabula rasa di beni archeologici, culturali e religiosi di primaria importanza in Siria, Iraq e Libia e ora minaccia le rovine dell’antica città romana di Palmira. Un furore mirato a eliminare qualsiasi traccia delle civiltà preislamiche, di religioni concorrenti o «eresie», come quella sciita, e anche mausolei islamici, considerati una forma di idolatria in contrasto con l’interpretazione massimalista della Sunna. Di seguito le principali distruzioni, divise per categoria.

SITI ARCHEOLOGICI:

– Gennaio 2015: l’Isis distrugge con gli esplosivi gran parte delle antiche mura dell’antica città assira di NINIVE, in Iraq. Distruzione anche delle due statue leonine alle porte din RAQQA, in Siria, capitale dello Stato islamico.

– 26 febbraio 2015: diffuso un video sulla distruzione delle opere esposte nel MUSEO ARCHEOLOGICO DI MOSUL, Iraq, in gran parte provenienti dalle rovine della città assira di Hatra. Alcune delle opere erano tuttavia copie in gesso.

– 5 marzo 2015: l’Isis dichiara la distruzione con i bulldozer dell’antica città assira di NIMRUD (XIII sec a.C.), in Iraq, non lontano da Mosul, e ne diffonde un filmato in aprile.

– 7 marzo 2015: i peshmerga curdi denunciano la distruzione dell’antica città assira di HATRA. Il giorno dopo vengono saccheggiate e poi distrutte le rovine assire di Dur-Sharrukin.

MOSCHEE E SANTUARI ISLAMICI:

– Giugno-settembre 2014, l’Isis demolisce coi bulldozer il mausoleo sciita di Fathi al-Kahen a Mosul, e mina la moschea di Al-Arbahin a Tikrit che conteneva 40 tombe dell’era omayyade dell’VIII sec. Fatte saltare anche una delle presunte tombe del profeta Daniele, la tomba con moschea del profeta Giona e quella del profeta Jirjis, tutte a Mosul. Stessa sorte per il santuario dell’Imam Awn al-Din.

– 26 febbraio 2015: fatta saltare la moschea Khudr a Mosul. Fra gli altri luoghi santi sciiti distrutti dai jihadisti, anche la moschea Al-Qubba Husseiniya a Mosul, la moschea Jawad Husseiniya e il mausoleo di Saad bin Aqil Husseiniya a Tal Afar. Sotto la furia distruttrice del Califfato sono caduti anche luoghi venerati sunniti, come il mausoleo sufi di Ahmed al-Rifai e la cosiddetta Tomba della Fanciulla (Qabr al-Bint) a Mosul.

– Marzo 2015: in Libia l’Isis distrugge santuari sufi vicino a Tripoli, con bulldozer e mazze. Dal giugno 2014 l’Isis ha iniziato la distruzione sistematica di tutte le chiese nei territori da esso controllati: fra le vittime eccellenti la Chiesa Verde (VII sec.) a Tikrit, uno dei monumenti più antichi della cristianità in Medio Oriente.

DISTRUZIONI PRECEDENTI ALL’ISIS: Prima dell’avvento dell’Isis c’erano stati due illustri precedenti:

– Marzo 2001: in Afghanistan i Talebani fanno saltare in aria con la dinamite i due Buddha giganti scolpiti nella roccia a BANYAN, capolavori dell’arte Gandhara risalenti al VI sec. –

Luglio 2012: le forze jihadiste guidate da Ansar Dine, che occupano il nord del Mali, distruggono una serie di mausolei e di monumenti islamici sufi nell’antica città di TIMBUKTU, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

 

(fonte Ansa)

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