Marocco: l’ISIS recluta i miliziani tra poveri ed emarginati


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È il denaro o, comunque, la speranza di una vita migliore, pur se pericolosa, a spingere molti giovani marocchini ad abbandonare il Regno per andare ad arruolarsi nelle brigate dei combattenti dello Stato islamico. Lo sostiene una inchiesta del quotidiano britannico The Times, secondo il quale la maggior parte dei giovani marocchini finiti nell’Isis sono «poveri ed analfabeti», che cadono nelle trappole tese loro da vere e proprie organizzazioni internazionali di reclutatori.

Che gli uomini dello Stato islamico pescassero tra i giovani più emarginati delle periferie marocchine era cosa abbastanza risaputa. Quel che, anche grazie all’inchiesta del quotidiano britannico, emerge con maggiore evidenza è che tra i motivi che spingono ad arruolarsi nelle milizie del califfo Baghdadi la componente religiosa è praticamente inesistente, facendo così cadere lo stereotipo secondo il quale si imbraccia il mitra per fare la guerra santa ed obbedire alla volontà del Profeta.

Ed invece c’è il denaro dietro tutto questo, perchè, sottoposti a sofisticate tecniche di seduzione ideologica, i ragazzi abbracciano il credo del Califfato nero con la sola certezza che riceveranno una paga mensile ed altri «benefit» materiali che nulla hanno a che fare con la religione. Secondo le ultime notizie fatte trapelare dai servizi di intelligence del Regno, sono circa duemila i giovani marocchini che combattono, per conto dello Stato islamico, in Iraq ed in Siria.

Un numero che è ancora relativamente contenuto, anche perchè le autorità marocchine – nel timore anche di ripercussioni interne – hanno stretto la rete dei controlli alle frontiere, impedendo a centinaia di giovani di espatriare. Il meccanismo di reclutamento è abbastanza semplice e soprattutto collaudato.

L’organizzazione dello Stato islamico ha ormai sguinzagliato in Marocco (così come anche in Tunisia ed in Libia) dei ‘persuasorì che avvicinano giovani sbandati, dando loro in occasione di ogni incontro un pò di denaro (l’equivalente di una quarantina di euro per volta), sino a quando non li convincono ad arruolarsi. L’ultimo incontro, quello decisivo, si conclude con la consegna di 7500 dirham (quasi 700 euro) ed un biglietto di sola andata, quasi sempre per la Turchia. Soldi che i ragazzi quasi sempre consegnano alle famiglie, ben sapendo che, dalle settimane successive, se riusciranno a salvare la pelle, avranno un vero e proprio stipendio.

Fonte: ansamed

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