Genocidio armeno, Antonia Arslan (letteratura) e Gian Micalessin (giornalismo) premiati con il Ducato d’oro


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All’edizione 2015 del IX festival internazionale della letteratura di viaggio D.H. Lawrence, grazie alla collaborazione della Federazione Assadakah Italia, hanno partecipato la scrittrice Antonia Arslan, autrice del pluripremiato “La masseria delle allodole” e l’inviato di guerra Gian Micalessin, ai quali è stato consegnato il Ducato d’oro per la letteratura ed il giornalismo e che hanno presentato le loro produzioni sul genocidio armeno e sulla condizione dei cristiani in Medio Oriente.

 

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Micalessin, uno dei più importanti inviati di guerra italiani, ha raccontato la situazione dei cristiani in Medio Oriente, in particolare in Siria, dove con i suoi reportage ha documentato il dramma di migliaia di persone in fuga dalla furia omicida degli uomini dello Stato Islamico.

A Mandas il reporter ha presentato “Il genocidio armeno: 100 anni di silenzio – Lo straordinario racconto degli ultimi sopravvissuti” (Arkadia Editore) scritto con i giornalisti Alessandro Aramu e Anna Mazzone, con una prefazione di Raimondo Schiavone e le foto di Romolo Eucalitto. Una testimonianza straordinaria, con una ricca documentazione fotografica, da parte di chi ha vissuto in prima persona le persecuzioni, le violenze e l’esilio forzato, lontano dalla patria negata. Un reportage che dal passato arriva fino ai giorni nostri, per comprendere come l’Armenia contemporanea, attraverso le nuove generazioni, affronti la sfida della memoria condivisa come elemento di identità e di appartenenza a un popolo.

Mentre Antonia Arslan, scrittrice di origine armene e autrice del memorabile libro “La Masseria delle allodole”, volume pluripremiato dal quale è nato anche un film diretto dai fratelli Taviani, ha presentato la sua ultima fatica (Il rumore delle perle di legno, Rizzoli), il seguito del libro che le ha dato anche fama internazionale.

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(nella foto Raimondo Schiavone, Presidente della Federazione Assadakah, Alessandro Aramu, direttore della rivista Spondasud, e l’inviato di guerra Gian Micalessin, ritratti davanti alla mostra sul genocidio armeno) 

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