Italia pronta a bombardare l’IS. Storia dei tornado da Cocciolone alla Libia


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Da più di 30 anni i Tornado fanno parte dei mezzi dell’Aeronautica Militare italiana e sono stati impiegati in diverse missioni sia in funzioni di ricognizione, sia di bombardamento. L’anziano cacciabombardiere – entrato in servizio nel lontano 1982 – dovrà essere sostituito nei prossimi anni dall’F35. Ecco le missioni in cui è stato protagonista il Tornado:

GUERRA DEL GOLFO – Il battesimo di fuoco dei cacciabombardiere tricolore avvenne nella prima guerra del Golfo. In una delle prime uscite, tuttavia, il 18 gennaio 1991, il Tornado pilotato dall’allora maggiore Gianmarco Bellini (con Maurizio Cocciolone navigatore) non fece ritorno alla base dopo una missione notturna nella penisola arabica. Fu colpito e abbattuto dalla contraerea nemica. Bellini e Cocciolone si salvarono grazie al seggiolino eiettabile e furono catturati dagli iracheni.

BALCANI – Altra missione internazionale, questa volta in Kosovo della Nato nel 1999. I Tornado italiano vennero impegnati in migliaia di sortite contro obiettivi serbi.

AFGHANISTAN – Nell’ottobre 2008 furono inviati i primi 4 Tornado italiani in Afghanistan nell’ambito della missione Nato. All’inizio con funzioni di sorveglianza e ricognizione, in seguito – dalla primavera successiva – anche con licenza di bombardare.

LIBIA – Il 20 marzo del 2011 decollò da Trapani la prima coppia di Tornado che partecipa ai raid in Libia, decisi da una coalizione internazionale contro Gheddafi. Negli oltre sette mesi di guerra in Libia, dal 19 marzo al 31 ottobre 2011, i velivoli italiani portarono a termine circa 1.900 sortite. Le missioni di bombardamento vero e proprio – autorizzate dal governo Berlusconi il 26 aprile – furono ben 456.

 

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