Morte di un ex prigioniero politico palestinese. La storia di Omar Nayef Zayed


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Omar Nayef Zayed, 52 anni, è stato un ex prigioniero politico palestinese, originario di Jenin (Palestina). Nel 1986 viene arrestato dalle autorità israeliane e condannato a scontare una pena a vita nelle carceri israeliane. Nel 1990, dopo aver intrapreso uno sciopero della fame durato oltre 40 giorni, viene trasferito in un ospedale militare, da dove riesce a fuggire. Omar arriva così in Bulgaria nel 1994.

Tuttavia, nel dicembre del 2015, l’Ambasciata israeliana a Sofia avanza al Ministero della Giustizia bulgaro una richiesta d’arresto e d’estradizione nei suoi confronti, indicandolo impropriamente come “latitante dalla giustizia”. Il 17 dicembre, le forze di sicurezza bulgare fanno irruzione nella casa dove Omar vive, assieme alla sua famiglia.

Non trovandosi in quel frangente a casa, decide quindi di rifugiarsi presso l’Ufficio di Rappresentanza Diplomatica Palestinese a Sofia. Anche in questo luogo, lo raggiungono le forti pressioni esercitate sia dalle autorità bulgare che dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) affinché si consegni alle forze di sicurezza. Questa drammatica situazione perdura, scandita da ultimatum e promesse disattese, fino alla notte giovedì 25 febbraio 2016, notte in cui viene brutalmente assassinato dentro agli uffici dell’ambasciata dell’ANP.

Durante questi due mesi, l’Ambasciatore palestinese a Sofia, Ahmad Al-Madbouh, ha rifiutato di riconoscere ad Omar il diritto di colloquiare con un avvocato internazionale della Rete Samidoun, come del resto ha negato la possibilità di un incontro con una delegazione composta da vari esponenti politici palestinesi. Tutto ciò, nell’ottica delle istituzioni responsabili, avrebbe dovuto piegare la volontà di Omar, spingendolo a consegnarsi ai propri carcerieri.

Illegittimità della condanna israeliana

L’accusa diretta ad Omar dalle autorità israeliane è quella di aver, nel 1986, portato avanti un’operazione  in cui è rimasto ucciso un colono del gruppo di estrema destra sionista “Shuvu Banim”. Un’altra accusa rivolta ad Omar è quella di essere un militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e, con questa aggravante, viene condannato all’ergastolo da un tribunale militare. Una sentenza illegittima, in quanto emessa da un tribunale abusivo e basata su informazioni provenienti esclusivamente dall’intelligence militare, prove segrete o confessioni estorte sotto tortura.

L’uccisione di Omar

Ancora non sono del tutto chiare le dinamiche dell’uccisione di Omar Nayef Zayed. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), di cui Omar faceva parte, punta il dito contro “Israele”, le autorità bulgare e l’Autorità Nazionale Palestinese. Da una lettera fatta pervenire dal carcere, Ahmad Sa’adat, parlando dell’episodio dichiara: “Da Gerico a Sofia, un unico tradimento” (“Gerico” in riferimento al carcere in cui l’ANP aveva incarcerato Sa’adat e altri compagni del FPLP, e da cui le forze israeliane li hanno prelevati per trasferirli nelle carceri israeliane).

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