Il venir meno del fragile cessate il fuoco in vigore in Siria rischia di far venir meno la cooperazione tra Stati Uniti e Russia, unico spiraglio di una soluzione politica al sanguinoso conflitto in corso ormai da cinque anni. Mosca ha accusato Washington di ignorare la presenza di terroristi tra le file dell’opposizione siriana per compiacere i suoi alleati regionali, prime tra tutti le Monarchie sunnite del Golfo. Commentando la decisione del presidente Usa di schierare altri 250 militari in Siria, nonostante la precedente promessa di “non mettere stivali sul terreno”, un portavoce del ministero degli esteri russo ha chiesto sarcasticamente se i soldati Usa combatteranno a piedi scalzi.
Frattanto, all’interno dell’amministrazione presidenziale Usa cresce il fronte di chi chiede di accusare apertamente la Russia di agire “in cattiva fede”. Alcuni funzionari dei dipartimenti di Stato e della Difesa Usa sostengono che Mosca e il regime di Damasco stiano violando la tregua in maniera premeditata per “spingere le opposizioni a fare altrettanto”.
Altri funzionari dell’amministrazione ammettono invece che la situazione sul campo è “caotica”, e non è possibile individuare con chiarezza le responsabilità o una via d’uscita. Nel frattempo, il cessate il fuoco pare prossimo al collasso: dall’inizio di aprile si è registrata in Siria una escalation di violenza; esito peraltro prevedibile, dal momento che lo Stato islamico, il fronte a Nusra e i molti altri gruppi islamisti che combattono il governo di Damasco al fianco delle opposizioni sono stati esclusi sin dall’inizio dal cessate il fuoco.
Intanto l’inviato dell’Onu in Siria, Staffan De Mistura, prevede che i colloqui tra i rappresentanti del governo di Damasco e l’opposizione siriana riprendano il mese prossimo a Ginevra. In una relazione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, De Mistura ha spiegato che intende proseguire i colloqui senza però indicare una data esatta, chiedendo però un intervento degli Stati Uniti e della Russia per salvare le trattative. I colloqui che si sono tenuti in precedenza a Ginevra “non sono stati utili finora se non a ridurre il volume degli scontri a fuoco in Siria nel mese di marzo”. Per questo De Mistura ritiene che sia necessario “un intervento degli Usa e della Russia”.