L’eterna e mai risolta questione del conflitto israelo – palestinese è lo sfondo per un’analisi di quanto sta accadendo nel Vicino Oriente con l’attacco di Hamas nel cuore di Israele e la reazione dello Stato Ebraico che, insieme ai bombardamenti a tappeto, ha cinto da assedio la Striscia Gaza considerata da tutti la più grande prigione a cielo aperto del mondo. La politica sempre più aggressiva del Governo Netanyahu, spinto su posizioni estremiste dall’ultradestra, capace di spaccare a metà un paese che oggi si sente sempre meno sicuro. Le violazioni del diritto internazionale, l’inosservanza delle risoluzioni ONU, gli insediamenti illegali nei territori occupati con una crescente insofferenza del popolo palestinese.
E ancora: la crisi umanitaria di Gaza con la reazione militare di Israele considerata oltre i limiti della difesa della propria sovranità e sicurezza. Il ruolo di Hamas e la perenne lotta con Fatah e l’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen per la leadership interna. Il processo di normalizzazione tra Israele e i Paesi Arabi – Emirati Arabi Uniti, Bahrein e il tentativo per ora fallito con Arabia Saudita – criticata da Hamas ma salutata con favore da ANP. Hamas e i rapporti con il Qatar e la Fratellanza Musulmana.
Il rischio di allargamento del conflitto agli storici nemici di Israele, l’Iran e gli Hezbollah libanesi che proprio nella guerra in Siria hanno combattuto al fianco di Assad sigle come Hamas e i gruppi jihadisti. Il ruolo degli Stati Uniti e dell’Occidente distratti dalla guerra in Ucraina ma solidi alleati di Israele. La Russia di Putin come player capace di giocare su più scenari. Il timore di un’ondata di profughi palestinesi che non vogliono in primis i paesi arabi, con un no deciso dell’Egitto e della Giordania che vogliono scongiurare l’arrivo di centinaia di migliaia di profughi con il rischio di una sorta di libanizzazione dei loro paesi. Il rafforzamento dell’asse filo palestinese di paesi come l’Algeria, la Tunisia, la Libia e il Marocco, quella sponda sud del Mediterraneo già oggi teatro di migrazioni, tensioni e conflitti sena tempo.
Se ne parlerà giovedì 26 ottobre, alle ore 18, negli spazi della Manifattura Tabacchi di Cagliari, nel corso dell’ottava edizione del Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo promosso dal Centro Italo Arabo e del Mediterraneo con Spondasud Rivista di Politica Internazionale dal titolo con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Intervengono Alessandro Aramu (Giornalista, direttore della Rivista Spondasud), Raimondo Schiavone (Presidente Centro Italo Arabo), Franciscu Sedda (Università di Cagliari), Matteo Meloni (Giornalista Eastwest Rivista di Geopolitica), Bruno Scapini (Già Ambasciatore d’Italia) e Antonello Cabras (Già Presidente Delegazione italiana Assemblea Nato).
Ingresso libero.