Siria. Erdogan: l’abbattimento del jet russo non danneggi i rapporti tra Turchia e Mosca


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Le relazioni tra Ankara e Mosca non devono essere danneggiate da un «errore di un pilota». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan tentando così, ancora una volta, di stemperare le tensioni con la Russia dopo l’abbattimento, il 24 novembre, di un Su-24 russo da parte di due F-16 turchi al confine con la Siria. «Non avremmo voluto trovarci in questa situazione, ma guardandola da un’altra prospettiva è stato commesso un errore nella nostra area. Chi ha fatto questo errore? Sono stati i piloti che sono stati negligenti e non hanno ascoltato gli avvertimenti», ha detto Erdogan ai giornalisti sull’aereo presidenziale di ritorno in Turchia dalla capitale del Turkmenistan Ashgabat.

La Turchia ha sempre sostenuto di aver avvertito cinque volte in 10 minuti che il caccia russo aveva violato lo spazio aereo turco, affermando che l’identità del velivolo non era visibile, ma Mosca sostiene che il suo Su-24 è sempre rimasto nello spazio aereo siriano. Dal 30 settembre la Russia sta compiendo raid aerei in sostegno del regime del presidente Bashar al-Assad, ufficialmente contro il sedicente Stato islamico (Is) e altri gruppi terroristici come il Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda. Numerose sono però le accuse che nel mirino dei raid russi ci sia anche l’opposizione armata sostenuta dall’Occidente.

Sottolineando che i piloti turchi sono obbligati ad agire secondo le regole di ingaggio in situazioni simili, Erdogan ha detto che un «errore» da parte russa non può portare a simili conseguenze negative delle relazioni bilaterali. «Un incidente che avviene per errore di un pilota, che non ascolta gli avvertimenti, non deve minare le relazioni di due Paesi, in particolare i rapporti strategici», ha aggiunto il presidente turco, dicendosi «davvero rattristato» per «l’effetto dell’incidente sui rapporti bilaterali». Dall’abbattimento del suo jet, la Russia ha imposto sanzioni economiche sulla Turchia, in particolare sui prodotti agricoli che importava.

Erdogan ha quindi detto di aver avuto colloqui con i capi di Stato dei Paesi vicini alla Russia, o che hanno legami stretti con Mosca nella regione, affermando che questi Paesi stanno contribuendo a trovare una soluzione alla crisi diplomatica in corso. Ad Ashgabat Erdogan ha incontrato il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdymukhamedov, quello georgiano Giorgi Margvelashvili, il primo vice presidente iraniano Eshaq Jahangiri e il primo ministro pakistano Nawaz Sharif. «Non ci piacciono le tensioni. Vogliamo continuare la nostra partnership strategica con la Russia come abbiamo fatto finora. Abbiamo lavorato insieme con successo negli ultimi 10-11 anni. Vogliamo continuare così», ha affermato.

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