(Maddalena Celano) – La Federazione delle donne cubane (FMC) ha reso omaggio a Celia Sánchez, l’ 11 gennaio a l’Avana, per il 36 ° anniversario della sua morte. Durante l’evento tenutosi in memoria dell’eroina della Sierra Maestra, Teresa Amarelle, segretaria generale della FMC e membra del Comitato Centrale del Partito, ha sottolineato i contributi di Celia Sanchez, i cui valori e gli sforzi costituiscono un esempio per le ragazze cubane di oggi e tutti gli adolescenti cubani.
Celia Sánchez è stata fondatrice e leader del Movimento 26 luglio nell’ ex provincia di Oriente ed è stata responsabile per la diffusione delle idee di Fidel Castro e fautrice della spedizione del Granma. Ha continuato a farsi carico del rifornimento del nascente Esercito Ribelle, è diventata la prima donna a entrare nei ranghi della Sierra Maestra, dopo il trionfo della Rivoluzione, ha continuato a rivestire ruoli delicati e di primo piano, sempre al fianco di Fidel.
La leader del FMC ha anche annunciato l’intenzione di continuare a rafforzare l’organizzazione con una campagna dal titolo “56 anni conquistare il futuro”. Celia Sanchez a Cuba rappresenta un chiaro concetto di leadership femminile equilibrata; ciò che solo una direzione rivoluzionaria veramente egualitaria di partner femminili e maschili può rappresentare. La leadership maschile di cui stiamo parlando qui è el Jefe Fidel Castro.
Sorprendentemente, Fidel e Celia cominciarono a lavorare insieme molto prima di incontrarsi (si conobbero per corrispondenza, tramite l’invio di messaggi segreti). Quando si incontrarono, restarono inseparabili fino al giorno della sua morte. Erano forse amanti? Questa è la domanda che ossessiona da anni cubani e non cubani di tutto il mondo (gli appassionati della Storia della Rivoluzione Cubana). Purtroppo non esistono prove o testimonianze che offrano una lettura inequivocabile dei fatti. Bisognerebbe forse porre la domanda in forme più “sottili”, considerare la complessità dei fatti e degli eventi. Se erano amanti, in quale misura lo erano? Erano forse anime gemelle o solo compagni? Amici che si dedicarono simultaneamente alla causa della liberazione del popolo cubano da una dittatura brutale; mentre immaginavano e lavoravano per l’edificazione di una nuova umanità (a volte indicata con il termine: “l’uomo nuovo”) e di una nuova società.
Per gran parte del mondo, Cuba rappresenta già il futuro: ha insegnato al mondo, in particolare ai paesi poveri, cosa significa sopportare, nel corso dei decenni, il peso di un odio implacabile, inesorabile, e letale. Ha insegnato ai paesi in via di sviluppo il valore dell’autonomia e dell’indipendenza dal Primo Mondo, che anche i paesi più miserabili possono raggiungere una relativa autonomia senza sottostare a ricatti e speculazioni da parte dei paesi più ricchi. Ha insegnato a tutto il mondo il valore inestimabile della dignità (pagata a qualunque prezzo) e della cultura (pagata a qualunque prezzo). Un’isola che ha pagato amaramente la propria sete di autonomia e la conservazione della propria identità. Gran parte del mondo continua a piangere la perdita di Che Guevara, assassinato così giovane e con tanto ancora da offrire, ma è ben lungi dall’essere l’unica persona straordinaria che manca al mondo, che ha giocato un ruolo centrale nella rivoluzione Cubana. Tutti coloro che hanno lottato così coraggiosamente e sono morti, a volte di morte orribile, ora sono appassionatamente amati e apprezzati dai rivoluzionari avvicendati a quella esperienza.
Le donne di Cuba erano a pieno titolo attive nella Rivoluzione, come combattenti, come agenti segreti ma anche come comandanti. Sono state, infatti, Celia e Haydée Santamaría che, nella fase iniziale della Rivoluzione in compagnia di altre donne, hanno preso le armi per combattere la dittatura. Celia fu la figlia di un medico. Celia spesso aiutò il padre nella sua missione di cura e medicazione dei contadini poveri. Fu una ragazza dell’alta società, fu anche una reginetta di bellezza, questa donna che indossava rossetto rosso, ampie gonne e tacchi alti ha guidato la guerriglia nell’ area orientale di Cuba, con Fidel, il Che, e altri rivoluzionari non meno coraggiosi ma molto meno noti, e mise la sua vita in gioco contro la corruzione e la depravazione di un colonialismo inumano.