La Russia continuerà i raid in Siria. Non si fa attendere la risposta di Lavrov a Kerry


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(Francesco Gori) – I radi aerei russi contro le postazioni dello Stato Islamico e i gruppi jihadisti continueranno senza sosta, Mosca non ha alcuna intenzione di indebolire il proprio intervento militare in Siria a sostegno del governo di Damasco e rafforza i presidi militari presenti nel paese arabo con l’arrivo di nuovi missili, aerei, mezzi e uomini. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, citato dalla Tass, sottolineando che la Russia presenterà a Monaco le sue “pragmatiche” proposte per il cessate il fuoco in Siria.

Insomma, la Russia non vede alcuna ragione per fermare la sua operazione in Siria soprattutto alla luce dello scarso impegno della coalizione guidata dagli Stati Uniti i cui raid, sempre più radi, non sembrano essere efficaci nella lotta al terrorismo del Califfato.  “Non vedo nessuna ragione per cui dovremmo fermare le nostre operazioni aeree fino a quando i terroristi non saranno sconfitti”, ha detto Lavrov, rispondendo così alla richiesta avanzata dagli oppositori siriani a Ginevra. ma quella russa è anche una risposta al segretario di Stato Usa John Kerry che aveva “preteso” un cessate il fuoco e un “pieno accesso umanitario” durante i negoziati in base alla risoluzione dell’Onu “votata anche dalla Russia”.

Una richiesta che Mosca rispedisce al mittente, anche perchè i principali alleati della Casa Bianca in questa tornata di colloqui di pace sono Turchia e Arabia Saudita, i principlai responsabili dell’avanzata dello Stato Islamico e dei gruppi armati jhiadisti nel paese guidato da Bashar Al Assad. 

Kerry non convince neanche quando chiede al presidente siriano di adottare misure immediate per mettere fine all’assedio delle città” dove i siriani muoiono di fame”. Quello che il ministro degli esteri statunitense non dice è che la maggior parte di quelle città “assediate” sono in mano non a ribelli moderati ma a gruppi armati jihadisti, la cui matrice radicale non è molto diversa dallo Stato Islamico.

Tra questi il più minaccioso è senza dubbio il fronte qaedista al Nusra, che tiene sotto scacco moltissimi villaggi che il governo siriano tenta di liberare dal giogo terroristico. Kerry insiste nel dire che “delle 130 richieste da parte dell’Onu a Damasco per potere consegnare aiuti umanitari, solo 13 sono state approvate” e che le “persone continuano a morire di fame”.

Come è stato dimostrato in più occasioni, anche a Madaya, gli aiuti umanitari sono regolarmente arrivati nella città ma i gruppi armati li hanno sottratti alla popolazione per venderli al mercato neri a prezzi incredibilmete alti. Più che una “tattica intenzionale del regime”, come dice Kerry, si tratta di un comportamento che i terroristi applicano ogni volta che sono circondati dall’esercito siriano. Con il pretesto dell’assedio e della popolazione che muore di fame, invocano aiuti umanitari che vengono sistematicamente requisiti per affamare la popolazione. Gli Usa attribuiscono ad Assad quello che in realtà vine compiuto su larga scala dai cosiddetti ribelli che utilizzano la fame come strumento di guerra. Questo si che va contro le leggi della guerra.

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