In pochi ricordano che a fine dicembre del 2015, poco più di un mese fa, è stato firmato un accordo per mettere fine ai combattimenti in diversi distretti a sud di Damasco e consentire così alla popolazione civile di tornare a casa. Si tratta di una zona strategica per le sorti della guerra in Siria, una vasta area largamente devastata dai combattimenti tra le forze in campo. Un teatro di guerra dove un posto rilevante occupa il tormentato campo profughi palestinese di Yarmouk.
E’ qui che la popolazione, dopo l’ingresso dello Stato Islamico, ha patito le sofferenze maggiori, dove la miseria si è trasformata in incubo, anche a causa dello scarso rifornimento degli aiuti umanitari, spesso saccheggiati dai gruppi armati dell’opposizione e rivenduti a prezzi folli al mercato nero. L’accordo di cessate il fuoco porta tre firme: l’esercito arabo siriano (SAA), i ribelli islamici (principalmente Harakat Al-Ahrar Sham e il Free Syrian Army) e il cosiddetto “Stato Islamico dell’Iraq e Al- Sham “(ISIS).
Nella prima fase di attuazione dell’accordo, all’inizio di gennaio, tutti i gruppi armati di opposizione sono fuggiti dal distretto di Qadam. Questo ha consentuto alle truppe regolari di Damasco e ai suoi alleati di prendere il pieno controllo di questa zona. Moltissime famiglie sfollate sono ritornate nelle loro case grazie alla presenza delle Forza Armate Siriane. La seconda fase prevedeva il trasferimento di circa 4000 mila terroristi dello Stato Islamico dal sud di Damasco alla città di Raqqa, capoluogo del sedicente califfato.
I miliziani dell’IS però si sono mostrati riluttanti a lasciare le zone sotto il loro controllo. Invece di trasferirsi in un’altra zona del paese, come precedentemente concordato, lo Stato Islamico ha spostato i propri combattenti a Yarmouk, allo scopo di rafforzare la sua presenza nel campo profughi palestinese.
Secondo il portavoce militare della milizia palestinese filo-governativo “Fatah al-Intifada”, i terroristi hanno preso il controllo di diversi quartieri nella parte meridionale del distretto di Yarmouk. Si tratta di quartieri non contesi e che ora rischiano di essere il teatro di nuove operazioni militari, con pensanti conseguenze per la popolazione civile. Con questa chiara violazione degli accordi, è evidente che la battaglia nella zona sud di Damasco è tutt’altro che cessata. Per Yarmouk si annunciano settimane, forse mesi, difficili.
Con fonte Al Masdar-News