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C’è la prova: l’ISIS ha usato le armi chimiche contro i curdi in Iraq


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(Stefano Levoni) – I terroristi dello Stato Islamico nel 2015 hanno attaccato le forze curde in Iraq con l’iprite. Si tratta del primo utilizzo accertato di armi chimiche nel paese dopo la caduta di Saddam Hussein. La notizia è stata pubblicata dall’agenzia di stampa Reuters che riporta le rivelazioni di un diplomatico circa l’esito dei test condotti da The Global Chemical Arms Watchdog.

L’utilizzo in Iraq è stato confermato da una fonte dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), secondo la quali ben 35 soldati curdi sono risultati positivi al “gas mostarda”, dopo un attacco dello Stato Islamico lo scorso agosto.

L’iprite è uno dei gas impiegati per la guerra chimica. E’ conosciuto come gas mostarda per il suo odore. Abbastanza stabile all’aria, con elevato punto di ebollizione e bassa tensione di vapore, è una delle sostanze più persistenti. L’iprite è un vescicante d’estrema potenza, possedendo la spiccata tendenza a legarsi a molte e diverse molecole organiche costituenti l’organismo. Utilizzato con efficacia letale nella prima guerra mondiale, il gas mostarda è in grado di provocare gravi ustioni  agli occhi, la pelle e le vie respiratorie.

L’OPAC in ogni caso non identificherà chi ha usato l’agente chimico. Ma il diplomatico, parlando all’agenzia di stampa sotto anonimato perché i risultati non sono ancora stati resi pubblici, ha detto che è certo che le armi chimiche siano state utilizzate dai combattenti Stato Islamico. I campioni sono stati infatti prelevati dopo l’insorgere della malattia nei soldati curdi che hanno combattutto gli uomini del Califfato a sud-ovest di Erbil, capitale della regione autonoma curda dell’Iraq.

Non è la prima volta che lo Stato Islamico utilizza l’iprite: a ottobre l’OPAC ha verificato un suo utilizzo nella vicina Siria. Difficile stabilire la provenienza: potrebbe trattarsi di una parte i quell’arsenale chimico che il governo di Damasco ha distrutto nel 2013-2014  sotto la supervisione internazionale oppure di sostanze acquistate dalla Turchia o dal Qatar. Gli esperti sono incerti su come il gruppo terroristico sia entrato in possesso delle armi e su questo punto non si sbilanciano. Difficile dire gli uomini del Califfato sia ancora in possesso di armi chimiche, ipotesi che non viene esclusa da molti analisti militari che da sempre temono un attacco chimico su larga scala.

Un altro diplomatico, riporta la Reuters, ritiene invece credibile che il gas mostarda utilizzato in Iraq sia stato reperito in Siria, sotratto da un riserva governativa prima che Damasco riuscisse a completare il suo programma di dismissione e distruzione delle armi chimiche. Per i funzionari siriani, invece,  deve essere esclusa l’ipotesi che l’agente chimico utilizzato dai “terroristi” dello Stato Islamico faccia parte dell’ex riserva governativa.

Bisogna ricordare che anche l’arsenale chimico iracheno è stato distrutto e smantellato ai tempi di Saddam. L’esistenza  delle armi di distruzioni di massa però è stata sostenuta, all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, per giustificare l’invasione anglo-americana del 2003.

Hamish de Bretton-Gordon, uno specialista in guerra biologica e chimica, ha detto che i combattenti dello Stato Islamico potrebbero aver sviluppato nel corso della guerra in Siria la propria capacità nella fabbricazione e nell’uso di armi chimiche e che non è escluso che in futuro possano essere di nuovo utilizzate nel campo di battaglia: “Sono convinto – ha detto – che il gas mostarda utilizzato in Iraq sia stato fabbricato dagli uomini del Califfato a Mosul. Hanno gli esperti a portata di mano per fabbricare quest’arma chimica, molti dei quali hanno lavorato nel settore petrilofero”.

 

 

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