L’inviato dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, è giunto a Damasco proveniente da Beirut, in Libano, dopo aver partecipato a una serie di consultazioni in precedenza ad Amman, in Giordania, insieme al ministro degi Esteri, Nasser Judeh. De Mistura è stato accolto a Damasco dal viceministro degli Esteri, Faysal al Miqdad, all’interno di un hotel del centro della capitale siriana ma non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. L’inviato delle Nazioni Unite incontrerà il ministro degli Esteri siriano, Walid al Muallem, secondo quanto riporta il quotidiano siriano “al Watan”. La visita del diplomatico Onu giunge a due giorni dall’avvio del secondo round dei colloqui intra-siriani di Ginevra fra governo siriano e gruppi di opposizione, che secondo gli analisti rischiano di saltare a causa dei nuovi scontri in corso nel paese fra esercito e guerriglieri ribelli islamisti guidati dal Fronte al Nusra.
L’abbattimento di un caccia Su-22 dell’aviazione siriana avvenuto la scorsa settimana a sud di Aleppo e i continui scontri fra esercito e milizie islamiste stanno ponendo a serio rischio non solo la tenuta della tregua appoggiata da Russia e Stati Uniti, ma anche il secondo round dei colloqui di pace a Ginevra previsti per il 13 aprile. La controffensiva lanciata la scorsa settimana dal Fronte al Nusra, gruppo terroristico escluso dalla tregua, ha raccolto l’appoggio di altre sigle della ribellione, fra cui Ahrar al Sham, Jund al Aqsa, Jaish al-Islam, Faylaq al Sham, Jabha al Shamiyah, Ajnad al Sham e anche membri dell’Esercito libero siriano, teoricamente vincolate al rispetto del cessate il fuoco iniziato lo scorso 27 febbraio. L’adesione dei gruppi ribelli all’iniziativa del Fronte al Nusra sta dimostrando la capacità del ramo siriano di al Qaeda di divenire il vero motore dell’opposizione armata.
I combattimenti contro al Nusra e le fazioni islamiste sono ripresi anche nella provincia di Deraa e Idlib, ma l’area più significativa per verificare gli sviluppi futuri della situazione in Siria resta Aleppo, vero campo di battaglia di quasi tutte le forze che si affrontano nel conflitto: regime e alleati, curdi, Fronte al Nusra, ribelli islamisti e Stato islamico (Is). L’offensiva di al Nusra e i gruppi islamisti ha infatti consentito allo Stato islamico di avanzare nella provincia per recuperare terreno, ma soprattutto credibilità, dopo la riconquista di Palmira da parte di esercito siriano e forze speciali russe. I combattimenti di questi giorni hanno visto nuovamente una pressione da parte dei turchi, che secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani avrebbero nuovamente colpito posizioni delle Unità di protezione del popolo (Ypg) nell’area di Azaz, vicino al confine turco.