Israele. Likud scarica il ministro della difesa, aveva criticato l’esecuzione di un palestinese


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Il Likud, il partito di maggioranza relativa nella Knesset, il parlamento monocamerale israeliano, avrebbe abbandonato al proprio destino il ministro della Difesa Moshe Ya’alon. Lo sostiene il quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth”. Il quotidiano israeliano, in un’analisi pubblicata oggi, sostiene che il Likud è cambiato, “non è più quel partito che approvava leggi fondamentali per la garanzia dei diritti umani; non è più quel partito che ha saputo coniugare gli interessi della sicurezza nazionale con i valori della democrazia e del liberalismo. Oggi gli esponenti del Likud hanno un atteggiamento diverso. I leader politici non dovrebbero cercare di assecondare l’opinione pubblica ma cercare di spiegare cosa ritengono giusto”.

Il quotidiano difende l’operato di Ya’alon, che “è responsabile di un corpo militare che esegue ordini ed istruzioni. Chi è ai vertici della difesa deve sì difendere e proteggere l’operato dei militari ma essere obiettivo quando questi sbagliano”. Le polemiche sono nate nei giorni scorsi dopo che il 24 marzo un militare israeliano ha sparato alla testa da distanza ravvicinata ad un palestinese inerme uccidendolo. I partiti di destra hanno subito preso le difese del militare mentre il ministro Ya’alon ha ricordato la necessità per le forze di sicurezza israeliane di rispettare le regole e tenere un comportamento adeguato alla missione che sono chiamati a svolgere.

Ciò ha provocato una spaccatura tra il governo ed il ministro che invece, secondo il quotidiano, doveva essere difeso e sostenuto dall’esecutivo. “Il ministro della Difesa –sostiene il quotidiano – ha fatto la scelta giusta difendendo l’esercito ma continuando a ripetere che incidenti di questo tipo non devono verificarsi, a differenza di tutti quei politici irresponsabili che già prima di questa vicenda sostenevano che ad un terrorista non dovrebbe essere permesso lasciare il luogo di un attentato da vivo”.

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