Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, è Teheran per una visita ufficiale nel paese a cui partecipa una delegazione di 120 fra imprenditori e rappresentanti delle principali società dell’economia italiana. Il premier italiano è il primo capo di governo occidentale a visitare il paese dopo la cancellazione delle sanzioni economiche da parte della comunità internazionale, il cui iter è iniziato lo scorso 16 gennaio con l’implementazione del Piano globale dei azione congiunto frutto dell’accordo sul nucleare iraniano. La visita di Renzi, la prima di un capo di governo italiano dal 2001, giunge a 75 giorni dal viaggio in Italia del presidente Hassan Rohani avvenuto dal 25 al 26 gennaio scorsi, conclusasi con un deciso rilancio delle relazioni diplomatiche ed economiche fra Roma e Teheran e con la firma di 14 fra accordi e memorandum d’intesa con istituzioni italiane e mondo dell’industria.
I media iraniani hanno dato ampio spazio al viaggio di Renzi, che consolida il nuovo corso delle relazioni fra Roma e Teheran avviato durante la visita di Rohani a Roma. Intervistato dall’agenzia di stampa iraniana “Irna”, l’ambasciatore in Italia, Jahanbakhsh Mozaffari, ha definito “promettenti” le prospettive sui futuri rapporti tra i due paesi, che date le loro potenzialità si stanno impegnando a rafforzare la propria cooperazione in vari settori. Una forte aspettativa è stata manifestata dal presidente della Camera di commercio irano-italiana, Ahmad Puorfallah, che parlando ai media iraniani ha espresso la speranza che alcuni contatti con importanti aziende italiane, fra cui Fiat, avvenuti nel corso della visita di Rohani possano trasformarsi in futuri accordi una volta cancellate definitivamente le restrizioni che impediscono a Teheran di fare ricorso al mercato in dollari statunitensi. Puorfallah ha ricordato che nell’ultimo anno circa 750 fra imprenditori e rappresentanti dell’economia italiani hanno fatto visita in Iran per sondare le possibilità di investimenti e che si sono concretizzati con la firma di memorandum e accordi preliminari con importanti società fra cui Saipem, Fincantieri, Ferrovie dello stato, Danieli, Itinera, Condotte, Gavio, Pessina Costruzioni e Sace.
“L’Italia – ha aggiunto Puorfallah – è l’unico paese europeo e uno dei pochi paesi al mondo con cui l’Iran ha una bilancia commerciale positiva, nonostante diverse aziende italiane sia attive in molte delle infrastrutture industriali del paese, fra cui quelle petrolifere, nel settore dei prodotti petrolchimici, acciaio, pelle, elettrodomestici e tessuti”. Il funzionario ha ricordato che l’Italia è stato in passato il principale partner commerciale di Teheran in Europa, esprimendo la speranza di portare entro i prossimi due anni lo scambio commerciale a 7 miliardi di euro, facendo di Roma il primo partner europeo dell’Iran. Il presidente della Camera di commercio mista ha inoltre sottolineato la necessità di sfruttare il know how italiano nel settore del turismo e nello sviluppo delle piccole e medie imprese, settore particolarmente vivace nel tessuto economico iraniano.
Durante la visita Renzi sarà accompagnato dalle 55 aziende che hanno già avviato accordi di impresa e commercio con realtà iraniane, nei settori energetico, manifatturiero, edilizio, bancario e dei trasporti. La novità rispetto alle precedenti missioni condotte da delegazioni italiane è la presenza di rappresentanti del mondo della moda italiana in Iran, nel tentativo di aumentare ulteriormente la cooperazione economica con Teheran. L’agenda del premier italiano prevede per questa mattina un incontro bilaterale con il presidente Rohani a cui seguirà una colazione di lavoro. Renzi incontrerà inoltre l’attuale capo del Consiglio per il discernimento ed ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani a cui seguirà il colloquio con la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Il 13 aprile il premier italiano prenderà parte al Forum Iran-Italia a cui parteciperanno i membri della delegazione italiana e i responsabili dei principali settori dell’economia iraniana.
Nei mesi scorsi, dopo la svolta maturata con l’accordo sul programma nucleare iraniano firmato a Vienna il 14 luglio 2015, vi sono state diverse missioni di ministri italiani a Teheran. La prima avvenuta in agosto è stata guidata dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e dall’allora ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. A fine novembre si è recato nella capitale iraniana l’ex viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, mentre nel febbraio 2016 si è tenuto il viaggio della missione dei ministri dell’Agricoltura e delle Infrastrutture, Maurizio Martina e Graziano del Rio.
Dal 2006 l’Italia ha perso molte posizioni, pur rimanendo il nono Paese esportatore nei confronti dell’Iran. La firma degli accordi siglati in gennaio sigliati in occasione della visita del presidente Rohani per un valore complessivo di 17 miliardi di euro potrebbe consentire all’Italia di recuperare posizioni. Pur essendo seconda dopo la Germania fra i paesi europei con valore degli scambi commerciali pari a 1,2 miliardi di euro, l’Italia non può ancora competere con Cina, India, Russia e Brasile che hanno subito solo in parte i vincoli restrittivi legati alle sanzioni. Attualmente restano inoltre in vigore, sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea una serie di sanzioni non legate al programma nucleare, quali ad esempio quelle riguardanti le accuse di violazione dei diritti umani, di supporto al terrorismo internazionale e quelle approvate da Washington relative ai recenti test missilistici iraniani, che attualmente complicano gli investimenti dei privati in Iran. Il Piano globale d’azione congiunto mantiene un meccanismo di tutela che prevede la reintroduzione delle sanzioni nel caso in cui l’Iran violi gli accordi. La procedura non inciderebbe sui contratti siglati nel periodo di sospensione delle sanzioni.