La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato le parole del segretario stampa del Dipartimento di Stato Usa, John Kirby, sulle elezioni parlamentari in Siria invitandolo a sostituire nel testo Siria con Ucraina. Kirby aveva criticato la decisione del presidente siriano Bashar al Assad di indire le elezioni parlamentari, sottolineando che il voto non può essere considerato credibile, eque o libere quanto “le persone vengono attaccate dal proprio governo” o “non partecipano alle elezioni perché costrette a fuggire dal loro paese, dalle loro case, dalle loro comunità”.
Sulla sua pagina Facebook la Zakharova ha paragonato la situazione in Siria con quella presente durante le elezioni in Ucraina la cui validità è stata sostenuta dalla Comunità internazionale. Secondo la Zakharova, Kirby dovrebbe riflettere e sostituire la frase “le elezioni parlamentari in Siria nel 2016” con “elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina 2014″, avvenute in condizioni simili, ma ritenute valide.
Lo scorso 13 aprile il governo siriano ha organizzato, fra le critiche della Comunità internazionali, le elezioni per rinnovare il Consiglio del popolo. Le votazioni si sono tenute nelle province sotto il controllo del governo di Damasco. I candidati che si sono presentati per questa tornata elettorale sono stati circa 12 mila, poi ridotti a 3500, e per il presidente siriano Bashar al Assad hanno rappresentato un numero “senza precedenti”, confermando che le elezioni sono tutt’altro che una finzione. Una delegazione del parlamento russo ha supervisionato il corretto andamento del voto.
Forti critiche alla decisione di Assad di tenere le votazioni parlamentari sono giunte sia dagli Stati Uniti che dalla Francia. Già alla vigilia delle votazioni il Dipartimento di stato Usa aveva messo in dubbio la validità delle elezioni siriane. Parlando in una conferenza stampa Mark Toner, il vice portavoce del Dipartimento di stato, ha dichiarato che le elezioni parlamentari siriani “non saranno né legittime, né rappresentative del popolo siriano”, date le circostanze di conflitto che il paese si trova ad affrontare. Mentre il presidente francese, Francois Hollande, aveva già espresso lo scorso 4 marzo la sua contrarietà durante una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Angela Merkel a Parigi. “L’idea di tenere presto elezioni nei prossimi mesi, non è solo provocatoria, ma è anzitutto del tutto irrealistica”, aveva dichiarato Hollande.
L’attuale legge elettorale prevede che metà dei 250 seggi sia destinata a candidati indipendenti senza alcuna affiliazione politica, scelti fra i comitati di contadini e operai. I restanti 125 candidati sono votati nelle varie liste di partito. Nel 2012 la maggior parte dei 250 parlamentari eletti erano sostenitori Assad. In quelle votazioni i membri del partito Baath e le formazioni alleate avevano vinto 168 seggi.