Arabia Saudita responsabile degli attacchi dell’11 settembre, Obama si oppone alla legge


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Un disegno di legge osteggiato dall’amministrazione del presidente Barack Obama, che porrebbe l’Arabia Saudita di fronte alle proprie responsabilità negli attentati dell’11 settembre 2001, è più vicino all’approvazione. Il senatore repubblicano del South Carolina, Lindsey Graham, si è detto pronto a ritirare la propria opposizione al provvedimento, che gode di un sostegno bipartisan da parte dei parlamentari democratici e repubblicani.

Il provvedimento, battezzato “Justice Against Sponsors of Terrorism Act”, consentirebbe ai familiari delle vittime di portare avanti azioni legali contro paesi sospettati di aver sostenuto gli attacchi. Graham era stato uno dei primi sostenitori del disegno di legge, ma poi aveva sposato la linea contraria della Casa Bianca, secondo cui il provvedimento esporrebbe gli Usa ad azioni legali analoghe da parte dei paesi stranieri privati della loro “immunità legale” negli Usa.

A preoccupare Obama è soprattutto la reazione dell’Arabia Saudita, sospettata, ma mai direttamente accusata da Washington, di un ruolo di primo piano nei gravissimi attentati che hanno colpito gli Usa l’11 settembre 2001. Per decenni, l’Arabia Saudita è stata il pilastro della politica estera Usa in Medio Oriente. Oggi, però “(i sauditi, ndr) non ci tengono più prigionieri in una camicia di forza energetica”, come apertamente dichiarato dal senatore democratico del Connecticut Richard Blummenthal.

Secondo Blummenthal, “oggi gli Stati Uniti hanno un quadro più chiaro dello storico finanziamento dei gruppi estremistici da parte dell’Arabia Saudita”, e i cittadini statunitensi “sono sempre più preoccupati per le violazioni dei diritti umani” da parte della Monarchia del Golfo. Obama, che da oggi i trova in visita ufficiale a Riad, si trova in una posizione assai scomoda: il presidente, scrivono il “New York Times” e la “Washington Post”, teme l’imprevedibilità delle reazioni del sovrano saudita Salman.

A Washington, però, anche il tradizionale sostegno del Partito repubblicano allo storico alleato saudita sta venendo meno. “Certamente (i sauditi) sono stati partner a lungo e sotto diversi punti di vista”, ha dichiarato ad esempio il repubblicano del Tennessee Bob Corker, presidente della commissione Affari esteri del Senato. “D’altra parte, siamo consapevoli che il radicalismo wahabita ha avuto origine da quel paese, e questo è un problema”.

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