Oltre 50 funzionari diplomatici del dipartimento di Stato Usa hanno sottoscritto un documento interno che critica duramente la politica dell’amministrazione del presidente Barack Obama in Siria, sollecitando il paese a lanciare una campagna aerea contro il governo del presidente Bashar al Assad. Il documento, di cui il “New York Times” ha ottenuto una copia preliminare, sostiene che la politica statunitense è stata “sopraffatta” dall’entità della violenza in Siria; i firmatari chiedono un “impiego giudizioso di armi a distanza ed aeree (…) a sostegno di un più duro processo diplomatico a guida Usa”.
Ad oggi, gli Stati Uniti hanno contrastato indirettamente il governo siriano fornendo armi e addestramento alle forze ribelli “moderate”. La campagna militare statunitense nel paese, però, si è concentrata soprattutto sullo Stato islamico, mettendo in secondo piano gli sforzi tesi a deporre Assad.
Il documento consultato dal quotidiano Usa è la prova della profonda frattura generata dalla politica presidenziale all’interno del dipartimento di Stato. La maggior parte dei firmatari è costituita da funzionari di medio livello, perlopiù diplomatici in carriera, coinvolti nella conduzione della politica Usa nei confronti della Siria nell’arco degli ultimi cinque anni. Anche se tra i firmatari non figura alcun nome noto, diversi funzionari di Stato di alto livello condividerebbero i contenuti del documento e le obiezioni mosse all’amministrazione.