La Russia ha “rinforzato” il suo contingente aereo in Siria, nella base di Latakia, e sarebbe pronta a farlo di nuovo, questa volta inviando un “folto gruppo” di Su-25, jet di attacco al suolo in grado di aumentare da 2 a 10 volte al giorno la “frequenza” dei raid aerei contro le posizioni di miliziani. Lo riporta il quotidiano Izvestia, che cita una fonte “militare diplomatica”.
I Su-25, dice la fonte, in 2-3 giorni sono in grado di essere in Siria. L’invio dei Su-25 sarebbe la risposta di Mosca al piano B del Pentagono previsto nel caso l’intesa con la Russia dovesse fallire, ovvero l’aumento dei raid, un maggior coinvolgimento delle forze speciali e l’aumento della fornitura delle armi alla cosiddetta opposizione moderata.
Mosca definisce anche “non attendibile” l’informazione dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) secondo cui sono 3.804 i civili morti in un anno di raid aerei russi in Siria, dal 30 settembre del 2015. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dalla Tass, è stato categorico: “Noi non riteniamo attendibile l’informazione di questa organizzazione, che ha base in Gran Bretagna, su cosa sta avvenendo in Siria” (1).
E sempre da Moasca arrivano accuse durissime all’indirizzo degli Stati Uniti: ” Ora è chiaro – ha detto il ministro degli esteri Serghiei Lavrov – che il loro scopo fosse quello di risparmiare” i jihadisti di “Jabhat Al Nusra, probabilmente per qualche piano B. Tutto il problema della situazione attorno ad Aleppo – ha detto il rappresentante del governo di Mosca – consiste nel fatto che gli Stati Uniti e la Coalizione non possono e, infatti si rifiutano, di separare l’opposizione da Jabhat Al Nusra e dai terroristi che si sono uniti ad essa. Invece noi vediamo che sempre più gruppi si uniscono ad Al Nusra. Ogni volta che noi colpiamo Jabhat Al Nusra – ha proseguito il ministro russo – ci dicono che questo non va fatto, perché vicino a loro, tra di loro, ci sono persone buone”.
Intanto l’esercito siriano ha invitato i miliziani dell’opposizione armata ad abbandonare i quartieri orientali di Aleppo, garantendo loro un’evacuazione sicura e fornendo l’aiuto necessario. “Il comando supremo dell’esercito – è scritto in un comunicato ufficiale di Damasco, diffuso dall’agenzia stampa governativa Sana – invita tutti i combattenti armati (presenti) nei quartieri orientali di Aleppo a lasciare questi quartieri consentendo ai civili di vivere la loro vita normale”.
Per quanto riguarda il trattamento riservato ai combattenti che lasceranno le zone attualmente sotto il loro controllo, il comunicato precisa: “La leadership militare russa e siriana garantiranno un passaggio sicuro ai combattenti e fornirà loro l’aiuto necessario”. La dichiarazione giunge mentre sul campo proseguono gli scontri tra le forze dell’esercito regolare, sostenuto dai caccia di Mosca, ed i combattenti ribelli, assediati nell’area orientale di Aleppo. Questa mattina le forze governative hanno preso il controllo del quartiere industriale di al Shoqaief, a nord di Aleppo.
(1) Secondo l’Ondus, tra i 3.804 civili morti vi sono 906 minori. Uccisi in un anno anche 2.746 miliziani dell’Isis e 2.814 di gruppi ribelli, fondamentalisti e qaedisti del Fronte Fatah ash Sham (ex Al Nusra). Secondo l’Ondus, nei due anni di bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa, fino al 23 settembre, sono morti 611 civili su 6.213 uccisi.