E’ cominciata l’evacuazione da una regione a cavallo del confine tra il Libano e la Siria di centinaia di miliziani dell’Isis e delle loro famiglie, dopo un cessate il fuoco entrato in vigore domenica 27 settembre. Lo riferisce la televisione Al Manar del movimento sciita libanese Hezbollah, le cui milizie hanno preso parte all’offensiva contro lo Stato islamico sul versante siriano della frontiera. I jihadisti, ha precisato Al Manar, vengono evacuati attraverso il valico di Drumiet in direzione dell’est della Siria, verso la città di Deyr az Zor. Venticinque feriti sono stati presi in consegna dalla Mezzaluna rossa siriana.
Per una settimana l’esercito libanese sul proprio territorio e quello di Damasco e le milizie Hezbollah su quello siriano hanno condotto un’offensiva contro le forze dell’Isis presenti nell’area dal 2014. Ieri un accordo è stato raggiunto per l’evacuazione dei jihadisti, in cambio della restituzione dei corpi di nove soldati libanesi che erano stati rapiti nel 2014. L’accordo è stato concluso con i miliziani in rotta, dopo l’offensiva scatenata una settimana fa dai libanesi e dagli Hezbollah sciiti. Secondo l’esercito libanese, sono circa 600 i combattenti dell’Isis nell’area di Arsal ai quali, dopo le pesanti sconfitte subite, viene permesso di ritirarsi.
I nove militari siriani morti erano erano parte di un gruppo di 30 soldati e poliziotti sequestrati nell’agosto del 2014, quando centinaia di miliziani dell’Isis e del Fronte al-Nusra (all’epoca una diramazione di al-Qaida in Siria) attraversarono il confine e si riversarono sulla città libanese di Arsal, nella valle della Bekaa. Solo dopo diversi giorni di sanguinosi combattimenti si ritirarono ripiegando in territorio siriano, ma appunto portando con sè i 30 sequestrati. Sedici di questi erano stati liberati da al-Nusra nel dicembre 2015 nell’ambito di uno scambio di prigionieri con Beirut, che rilasciò un numero imprecisato di combattenti islamici. Quattro furono uccisi nel giro di poco tempo (decapitati o fucilati), un quinto morì per le ferite riportate negli scontri.