Si intensificano i raid aerei della coalizione a guida statunitense in Siria. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, discussa organizzazione filo ribelli che ha base in Gran Bretagna, gli ultimi attacchi avrebbero ucciso almeno 12 tra militari governativi e milizie filo-iraniane. In precedenza i bombardamenti dell’aviazione della coalizione avevano ucciso altre 25 persone, tra militari e civili.
L’attacco aereo sarebbe avvenuto poco prima dell’alba su un fronte dell’offensiva governativa siriana e delle forze alleate verso la sponda orientale del fiume Eufrate. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni sul terreno. Le forze governatuve, composte anche da milizie filo-iraniane, avevano annunciato l’avvio della battaglia per la conquista di zone dell’Eufrate ancora in mano all’Isis.
Da due settimane, i curdo-siriani sostenuti dagli Usa hanno avviato una loro offensiva nella sponda orientale dell’Eufrate contro le ultime sacche di resistenza dell’Isis al confine con l’Iraq.
Poco prima, era arrivata la denuncia del vice Ministro degli Esteri della Siria Feisal Mikdad secondo il quale la coalizione internazionale capeggiata dagli USA aveva attaccato la maggior parte dei pozzi petroliferi del paese, mettendone fuori uso una parte significativa al fine di impedire alle autorità governative il loro utilizzo.
Secondo Damasco la coalizione ha provocato danni per decine di milioni di dollari per il ripristino dei pozzi petroliferi. Mikdad ha anche riferito che un certo numero di giacimenti petroliferi sono controllati da vari gruppi.
a cura di Stefano Levoni