Da piccolo paese a potenza mondiale. Ecco il Qatar, emirato di poco più di due milioni di abitanti, che dal Golfo Persico disegna da anni scenari economici e geopolitici capaci di influenzare sempre di più decisioni ed equilibri mondiali. Merito del letto di giacimenti di gas sul qual letteralmente riposa un paese sul quale si è concentrata l’attenzione globale per una serie di vicende dibattute: dal caso Al Jazeera, la prima emittente del mondo arabo diretta propagazione del capo di stato, alla Coppa del Mondo di Calcio passando per una serie di investimenti miliardari in giro per il mondo, il rapporto con i talebani afghani e i legami – sempre negati da Doha – con alcuni gruppi terroristici di matrice jihadista che in questi anni hanno avuto un ruolo nei conflitti della regione, a partire dal teatro siriano.
I campionati del mondo sono una sorta di grande cappello sotto il quale si nascondo i misteri di questo ricchissimo paese. E proprio la discussa assegnazione di questo evento sportivo è al centro del bellissimo volume scritto da Gianluca Mazzini, giornalista, vicedirettore di “News Mediaset”, dal titolo Qatar 2022. Un mistero mondiale Petrodollari, rivoluzioni, calcio e tv. L’Emirato alla conquista del mondo (Lupetti Editore).
Unico libro uscito in Italia sul Qatar e sui Mondiali è arrivato alla sua seconda edizione. Con nuovi aggiornamenti: gli scandali per l’assegnazione della Fifa, l’arrivo di Messi al PSG, la fine dell’embargo a cui è stato sottoposto l’Emirato dai paesi vicini a cominciare dall’Arabia Saudita che ne ha minacciato la sopravvivenza. Senza dimenticare le accuse di Amnesty International per le migliaia di lavoratori immigrati morti nei cantieri di Doha. Ma alla fine il primo Mondiale in un paese mediorientale e arabo va regolarmente in scena. In pieno inverno. Interrompendo e mettendo a rischio la credibilità di tutti i campionati del globo in un crescendo di polemiche e critiche.
Il libro ricostruisce le tappe che hanno portato, a suon di petrodollari, il Mondiale sulle rive del Golfo Persico in un paese che dieci anni fa non aveva neppure uno stadio moderno. Oggi sono otto che ospiteranno un milione di tifosi per 64 partite. “Ma è una palla avvelenata quella che rotolerà in rete” come spiega in modo dettagliato e sorprendente Gianluca Mazzini.
(Gianni Pisu)