Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, ha riferito che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva accettato una tregua di 21 giorni proposta da Stati Uniti e Francia, pochi giorni prima di essere ucciso in un attacco israeliano a Beirut. “Nasrallah era d’accordo. Eravamo tutti d’accordo. Il Libano aveva approvato la tregua, consultandosi con Hezbollah,” ha spiegato Habib. Il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, aveva discusso la proposta con Hezbollah, e gli americani e i francesi erano stati informati.
“Ci hanno confermato che anche Netanyahu era favorevole alla dichiarazione congiunta dei presidenti Biden e Macron,” ha aggiunto. Habib ha inoltre sottolineato che il consigliere della Casa Bianca, Amos Hochstein, era pronto a recarsi in Libano per negoziare l’accordo. “Ci avevano detto che Netanyahu era d’accordo, e così abbiamo ottenuto il consenso di Hezbollah. Sapete cosa è successo dopo,” ha concluso il ministro.
Secondo alcune fonti, anche la guida suprema iraniana Ali Khamenei aveva avvertito Nasrallah di un imminente complotto israeliano contro di lui, ma l’attacco ha comunque colto di sorpresa la leadership di Hezbollah. Il conflitto tra Israele e Hezbollah si è intensificato nelle settimane precedenti, con Hezbollah accusata di aver condotto vari attacchi e con la crescente preoccupazione di un’escalation su larga scala nella regione.
Khamenei è profondamente preoccupato per una possibile infiltrazione israeliana all’interno del governo di Teheran. Subito dopo l’attacco con ordigni esplosivi contro i sistemi di comunicazione di Hezbollah, il 17 settembre, Khamenei inviò un messaggero, il generale Abbas Nilforoushan delle Guardie Rivoluzionarie, per esortare Nasrallah a rifugiarsi in Iran. Tuttavia, Nasrallah scelse di rimanere in Libano e fu ucciso nel raid israeliano, così come lo stesso Nilforoushan.
A seguito dell’attacco, Khamenei, che si è rifugiato in un luogo sicuro in Iran, ha ordinato una rappresaglia con il lancio di circa 200 missili contro Israele. L’Iran ha inoltre intensificato le indagini sulle possibili infiltrazioni israeliane tra i suoi alti funzionari, in particolare tra coloro che viaggiano all’estero. Diversi individui sono stati arrestati, e cresce la sfiducia tra Teheran e Hezbollah.
L’uccisione del leader di Hezbollah rappresenta un evento di enorme rilevanza per il Medio Oriente. Israele ha condotto l’operazione a Beirut, uccidendo Nasrallah in un attacco mirato e con una potenza di fuoco senza precedenti. La sua morte è stata vista come un atto decisivo nella lunga battaglia tra Israele e il partito di Dio, con il premier israeliano Netanyahu che ha dichiarato di aver “saldato i conti con uno dei maggiori responsabili di attentati contro cittadini israeliani e internazionali”.
Secondo Magnus Ranstorp, esperto di Hezbollah, la morte di Nasrallah rappresenta una grave perdita per l’Iran, che potrebbe spingere il paese a tornare a operazioni esterne come attacchi contro interessi israeliani all’estero. Il futuro della leadership di Hezbollah è ora incerto, poiché la nomina di un nuovo capo potrebbe renderlo subito un bersaglio per Israele.