(Raimondo Schiavone) – Mentre i media occidentali celebrano l’accordo tra Israele e Hamas come un passo verso la pace, la realtà sul campo racconta un’altra storia. Non si tratta di pace, ma di una resa imposta con la forza dirompente e genocida di Israele. Anche dopo l’accordo, le operazioni militari israeliane continuano, seppur a bassa intensità, con morti tra i civili palestinesi, inclusi bambini nella Striscia di Gaza.
Israele ha usato questa guerra per ampliare i suoi territori, “liberandoli” dalla popolazione palestinese e avanzando in Siria, nelle alture del Golan. Inoltre, sta realizzando nuovi insediamenti illegali, continuando una strategia di espansione che ignora qualsiasi principio del diritto internazionale.
All’interno dello stesso Israele, ci sono forze politiche significative che non vogliono firmare l’accordo, evidenziando le profonde spaccature anche nel governo di Netanyahu. Ciò lascia intendere che la tregua potrebbe essere temporanea e che il conflitto potrebbe riaccendersi in qualsiasi momento.
Un aspetto fondamentale di cui bisogna tener conto è il ruolo dei media occidentali. Tra qualche mese, il massacro di Gaza sarà dimenticato. Nessuno si ricorderà più dei bambini uccisi, se non poche anime sensibili. Israele sarà riabilitato nei contesti internazionali e persino Netanyahu, accusato di genocidio, verrà nuovamente accolto come un leader legittimo.
Tutto questo accadrà grazie al controllo dell’informazione da parte delle lobby sioniste, che influenzano giornalisti, politici, banchieri e industriali, garantendo che la narrativa dominante resti sempre a favore di Israele. I media finanziati da questi gruppi oscureranno le responsabilità dello Stato ebraico, presentandolo ancora una volta come una vittima, mentre la Palestina continuerà a sprofondare nel silenzio.
I governi occidentali, tra cui l’Italia, non sono spettatori neutrali. Sono complici di questa strategia, finanziando e sostenendo Israele incondizionatamente. La pace vera non è mai stata un obiettivo, ma solo la gestione dell’opinione pubblica per legittimare l’occupazione e il massacro. Finché questa realtà non sarà riconosciuta e contrastata, qualsiasi accordo resterà solo una farsa utile a guadagnare tempo per nuove operazioni di pulizia etnica.