(Valeria Vacca) – Si è chiuso il primo anno di lavoro del nuovo governo del Kenia guidato, dal marzo scorso, dalla “Jubilee coalition”. La coalizione è composta da tre partiti: il National Alliance Party, guidato dal Presidente del governo Uhuru Kenyatta; United Republican Party, guidato da William Ruto, che ricopre la carica di viceministro; National Alliance of Rainbow Coalition Party, guidato da Charity Ngilu. Uno dei principali obiettivi che si proponeva il nuovo governo, all’inizio del mandato, era fornire dei computer portatili alle scuole elementari. L’ambizione era quella di offrire gli strumenti per un’alfabetizzazione digitale in modo che le generazioni future avessero l’opportunità di sfruttare l’innovazione per costruire il proprio futuro. L’opposizione aveva messo in guarda la coalizione sulla difficoltà dell’impegno, soprattutto perché nella maggior parte delle scuole manca l’elettricità e, inoltre, perché gli insegnanti non risultano essere preparati all’uso di tecnologie informatiche. L’azienda indiana Olive Telecommunications, che si aggiudicò l’appalto di 25,6 miliardi di scellini keniani, circa 208 milioni di euro, come ricorda l’agenzia di stampa Redattore Sociale, è risultata colpevole di frode. Il presidente, nelle pagine del suo sito (president.go.ke), mostra però attenzione riguardo a temi come occupazione e giovani. In un post pubblicato a fine gennaio, Kenyatta racconta di quanto riferito durante la 22° Conferenza dei capi di Stato e di Governo dell’Unione Africana: “Il Governo ha cominciato il processo che lo guiderà alla ratifica della Carta della Gioventù, The Youth Charter”. Si tratta di un documento che è stato adottato dagli Stati membri nel luglio 2006 e che traccia le linee guida per le politiche di sviluppo rivolte ai giovani a livello nazionale. Tra i punti deboli e di fallimento anche quello della sicurezza del paese. Costante è la minaccia terroristica per il Kenia che ha vissuto un pesante attacco nel settembre 2013, presso il centro commerciale del Westgate. A questo si somma la corruzione e un tenore di vita difficile da sostenere per la popolazione a causa dell’aumento dei prezzi, dagli alimentari agli affitti. Raila Odinga, leader dell’opposizione Cord (Coalizione per le riforme e la democrazia), nonché predecessore di Kenyatta, sostiene che con questo passo il Kenia arriverà al 2015 indebolito sia politicamente che economicamente.
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