(Raimondo Schiavone) – Il nuovo governo siriano ha recentemente annullato un accordo del 2019 con la società russa Stroytransgaz, che prevedeva la gestione e la modernizzazione del porto di Tartus in cambio di un investimento di 500 milioni di dollari. Questo accordo, della durata di 49 anni, mirava a sviluppare l’infrastruttura portuale per ospitare fino a 11 navi, inclusi vascelli a propulsione nucleare.
La base navale di Tartus, istituita nel 1971, rappresenta l’unico avamposto navale russo nel Mediterraneo, fondamentale per le operazioni della Marina russa nella regione. Parallelamente, la Russia gestisce la base aerea di Khmeimim, vicino a Latakia, utilizzata per proiettare capacità aeree nel Medio Oriente.
Con il cambiamento politico in Siria, il futuro di queste basi è incerto. Il Cremlino ha dichiarato che è prematuro determinare il destino delle installazioni militari russe a Khmeimim e Tartus, sottolineando che le discussioni dipenderanno dalle decisioni delle nuove autorità siriane.
Recenti immagini satellitari indicano che le navi russe hanno lasciato il porto di Tartus, suggerendo un possibile ritiro o ridislocazione delle forze navali russe nella regione.
Inoltre, sono in corso colloqui tra Mosca e Damasco per ridefinire lo status delle basi militari russe in Siria. Il politico Mohammed Alloush, rappresentante delle nuove autorità siriane, ha affermato la necessità di rivedere lo status delle basi militari russe nel paese, sottolineando che qualsiasi decisione sarà presa in base agli interessi del popolo siriano e del partenariato strategico con la Russia.
Questi sviluppi riflettono le dinamiche geopolitiche in evoluzione in Siria e potrebbero influenzare significativamente la presenza militare russa nel Mediterraneo orientale.