
(Federica Cannas) – L’elezione di Maria Elizabeth Guimarães Teixeira Rocha alla presidenza del Supremo Tribunale Militare (STM) del Brasile è un evento storico. Mai, nei 216 anni di esistenza dell’istituzione, una donna aveva ricoperto questo ruolo. Ma la vera forza del suo insediamento non sta solo nel progresso verso l’uguaglianza di genere, bensì nel messaggio chiaro e diretto che ha voluto lanciare: la politica e le forze armate devono restare separate.
Un’affermazione che arriva in un momento particolarmente delicato per il Brasile, dove il crescente coinvolgimento dei militari nelle questioni politiche ha generato preoccupazione e tensioni. Rocha, con la sua autorità giuridica e morale, ha posto l’accento su un principio fondamentale per la stabilità del Paese: senza una chiara distinzione tra esercito e politica, la democrazia è a rischio.
Le parole della ministra Rocha non sono state un semplice esercizio retorico. Negli ultimi anni, il Brasile ha assistito a una serie di episodi che confermano il rischio di una pericolosa ibridazione tra politica e forze armate.
Nel novembre 2024, diversi ufficiali dell’esercito brasiliano sono stati arrestati con l’accusa di aver complottato per assassinare il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva e altri esponenti politici, nel tentativo di fomentare un colpo di stato. Tra gli arrestati figurava anche il generale in pensione Mário Fernandes, ex comandante delle forze speciali, segno che l’influenza politica sui vertici militari non è più un’ombra, ma una realtà tangibile.
Pochi giorni dopo, l’ex presidente Jair Bolsonaro è stato formalmente accusato dalla Polizia Federale brasiliana di aver orchestrato un piano per impedire l’insediamento di Lula, utilizzando mezzi illegali per destabilizzare il Paese. Questi eventi hanno sollevato interrogativi profondi sulla lealtà delle forze armate alla Costituzione e al loro ruolo istituzionale.
Maria Elizabeth Rocha ha quindi scelto di affrontare la questione senza mezzi termini: la disciplina e la gerarchia militare devono essere preservate, e ciò è possibile solo se i militari restano fuori dalla politica. Un messaggio che suona come un monito, ma anche come una sfida alle pressioni che negli ultimi anni hanno portato a un’inquietante mescolanza tra esercito e governo.
Il Supremo Tribunale Militare ha una funzione chiave nel garantire che i membri delle forze armate rispettino il proprio ruolo costituzionale. Storicamente, in Brasile, i militari hanno spesso giocato un ruolo attivo nella politica, soprattutto durante la dittatura militare iniziata nel 1964. Il colpo di stato di quegli anni è ancora una ferita aperta nella memoria del Paese, e il timore che la storia possa ripetersi è più che fondato.
Rocha ha voluto ribadire che il STM non è un organo politico, ma un tribunale che deve assicurare il rispetto delle leggi militari senza interferenze ideologiche. La sua presidenza potrebbe rappresentare un punto di svolta per rafforzare l’indipendenza della giustizia militare e riaffermare la necessità di un esercito che serva lo Stato, non gli interessi politici di turno.
Maria Elizabeth Rocha è una giurista con una lunga esperienza istituzionale. La sua carriera, segnata da una forte attenzione ai diritti costituzionali e alla trasparenza, la rende la figura ideale per affrontare una delle sfide più complesse della storia recente del Brasile. La sua elezione al vertice del STM non è solo un simbolo di progresso per le donne nelle istituzioni, ma un segnale forte verso una giustizia militare indipendente e fedele ai principi democratici.
La ministra Rocha ha lanciato un avvertimento chiaro: se la politica continuerà a infiltrarsi nelle forze armate, la stabilità del Brasile sarà in pericolo. Il suo compito ora sarà quello di garantire che il STM resti un baluardo di legalità, contribuendo a tracciare un confine netto tra l’esercito e il governo.
In un Paese che ha vissuto periodi di forte instabilità politica, il richiamo della ministra Rocha è molto importante. Solo un esercito neutrale e fedele alla Costituzione può garantire la democrazia. La sua voce, ferma e autorevole, potrebbe essere l’elemento chiave per impedire che il passato torni a minacciare il futuro del Brasile.