Il Consiglio costituzionale del Camerun ha proclamato Paul Biya vincitore delle presidenziali del 12 ottobre 2025 con il 53,66% dei voti. L’ex alleato Issa Tchiroma Bakary è secondo al 35,19% e respinge l’esito, denunciando irregolarità. L’annuncio ha innescato nuove proteste e tensioni in diverse città, mentre il governo nega i brogli. Biya, al potere dal 1982, è il capo di Stato in carica più anziano al mondo.
Il quadro dei fatti (e delle contestazioni)
Nei giorni precedenti la proclamazione, la Commissione nazionale di conteggio aveva diffuso risultati provvisori con Biya in testa; l’opposizione ha organizzato sit-in e cortei, in particolare a Douala, Yaoundé, Garoua e Maroua. Dopo il verdetto finale del Consiglio costituzionale, Tchiroma ha ribadito di essere lui il vincitore e ha denunciato anche «colpi d’arma da fuoco» nei pressi della sua residenza a Garoua. Le autorità smentiscono.
Sulla dimensione della repressione le stime divergono. The Guardian ha documentato almeno due vittime e «decine» di arresti nelle ore della stretta; l’agenzia di stampa AP parla di almeno quattro morti e 105 arresti legati alle proteste. Il dato puntuale sugli arresti non è stato commentato nel dettaglio dal governo centrale, ma fonti governative locali e di polizia hanno confermato fermi a tre cifre.
In parallelo, l’osservatorio indipendente NetBlocks ha rilevato gravi interruzioni della connettività nel Paese durante le manifestazioni, circostanza confermata a Reuters via email: una dinamica che ha reso più difficile documentare gli eventi sul terreno.
Le voci dal terreno
- Samuel Dieudonné Ivaha Diboua, governatore della regione del Litorale (Douala), ha fatto sapere che diversi agenti sono rimasti feriti e che almeno 105 manifestanti sono stati arrestati.
- Il ministro dell’Amministrazione territoriale Paul Atanga Nji ha rivendicato un giro di vite contro sostenitori e leader dell’opposizione che «stavano progettando attacchi violenti».
- «Sono pronto a rischiare la vita per difendere il mio voto… Ho votato per Tchiroma perché voglio un cambiamento», racconta Oumarou Bouba, 27 anni, commerciante di Maroua.
- «Non cambierà nulla… C’è corruzione dilagante, siamo stanchi», dice Sani Aladji, 28 anni, impiegato alberghiero di Maroua.
- Di segno opposto Flicia Feh, sostenitrice di Biya: «Il nostro presidente ha fatto campagna sulla speranza. Progetti come l’autostrada Yaoundé–Douala vanno completati».
Perché questo voto conta (oltre i numeri)
Demografia vs. gerontocrazia. Il Camerun ha una età mediana di ~19 anni; oltre due terzi della popolazione è under-35. È il simbolo del divario generazionale che attraversa varie democrazie africane, dove leader molto anziani governano Paesi giovanissimi. Questo mismatch alimenta l’onda lunga del malcontento, soprattutto tra elettori urbani e scolarizzati.
I nodi istituzionali. Nel 2008 il Parlamento ha abolito il limite dei mandati presidenziali, spalancando la porta a successive rielezioni di Biya. È uno dei fattori che, secondo osservatori internazionali e accademici, hanno compresso la competizione politica e irrigidito l’architettura costituzionale.
La traiettoria del processo elettorale. Prima del voto, l’esclusione di figure d’opposizione (tra cui Maurice Kamto) ha alimentato dubbi sulla fairness della competizione. Nel dopovoto, Tchiroma ha rivendicato un proprio conteggio parallelo; il Consiglio costituzionale ha respinto i ricorsi e pubblicato i risultati definitivi. Le missioni d’osservazione dell’Unione Africana erano presenti; il loro documento preliminare non è ancora disponibile al pubblico, ma la presenza è stata ufficialmente annunciata.
Blackout informativo. Le interruzioni di Internet non sono un dettaglio tecnico: riducono la trasparenza dell’ecosistema informativo durante lo scrutinio, ostacolando fact-checking, monitoraggio indipendente e diritti di cronaca. NetBlocks le ha qualificate come “significative”.
I dossier sul tavolo del nuovo mandato
- Sicurezza. Nel Nord estremo continuano gli attacchi di Boko Haram/ISWAP; nella crisi anglofona (Nord-Ovest e Sud-Ovest) persistono violenze e restrizioni. Il quadro umanitario 2025 registra 3,3 milioni di persone bisognose di assistenza; oltre 900mila sfollati interni tra aree anglofone e Far North secondo dati ONU/UNHCR aggiornati a fine settembre.
- Economia e infrastrutture. La promessa di “sviluppo” passa per opere come l’autostrada Yaoundé–Douala: la fase 2 è stata formalmente lanciata nel 2024 (141 km tra Bibodi e Douala), con iter finanziario in corso e orizzonte lavori 2025-2028 secondo la stampa economica locale e comunicazioni ministeriali. In parallelo, partner multilaterali (es. AfDB) finanziano il corridoio Douala-N’Djamena, cruciale per gli scambi regionali. La credibilità del governo si gioca sulla capacità di chiudere cantieri cronicamente ritardati.



e poi