Anche l’Italia si oppone alla decisione di Israele di costruire nuovi alloggi negli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est come risposta al varo del nuovo governo di unità nazionale palestinese, frutto dell’accordo tra le fazioni di Fatah e Hamas.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha “deplorato” l’iniziativa fortemente voluta dal premier Benyamin Netanyahu: “Così si complicano sia la ripresa dei negoziati sia la prospettiva di una soluzione basata sui due Stati. Ci auguriamo che Israele riveda la decisione e si adoperi, con le nuove autorità palestinesi, per la ripresa dei colloqui di pace”.
Il nuovo governo palestinese è stato riconosciuto dalla Comunità internazionale in modo pressoché unanime. Dagli Stati Uniti alla UE, dall’ONU alla Russia, alla stessa Cina, tutti hanno espresso soddisfazione e si sono dichiarati pronti a collaborare con esso e a proseguire nella politica degli aiuti fin qui concessi.
La nuova misura annunciata da Netanyahu – riferisce il quotidiano israeliano “Haaretz” – dovrebbe portare al completamento dei lavori per 550 nuove unita’ a Bruchin, 381 a Givat Ze’ev, 40 a El Matan, 38 a Kochav Ya’akov, 25 ad Alfei Menasheh, 54 a Tzofit e 10 a Oranit. I lavori per altre 683 unità nell’insediamento di Alei Zahav saranno inoltre portati allo stadio avanzato, l’ultimo prima della messa in vendita delle case. Il premier israeliano Netanyahu ha inoltre scongelato i progetti per la costruzione di altri 1.800 nuovi alloggi in colonie ebraiche cisgiordane.