(Carla Melis) – A nove mesi dall’insediamento, il nuovo governo norvegese, la prima reggenza di destra della storia della monarchia scandinava, non delude le aspettative del suo elettorato. L’immigrazione crescente era stato uno dei temi caldi della campagna elettorale e l’impostazione fortemente conservatrice e nazionalista fu premiata nelle urne; oggi il governo prende i primi provvedimenti in materia. L’obiettivo è quello di mandar via dal paese i richiedenti asilo che non hanno avuto risposta positiva dall’Agenzia nazionale per l’Immigrazione e gli stranieri che risiedono illegalmente in Norvegia. Come? Il nuovo ministro della giustizia Anders Anundsen (Frp) ha dato proprio all’Agenzia nazionale per l’Immigrazione, all’Agenzia nazionale di polizia e al Centro nazionale di Criminologia il compito di elaborare delle misure per incentivare i rimpatri dalla Norvegia. Negli ultimi due mesi le istituzioni statali hanno lavorato senza sosta e ora Anundsen ha le prime proposte sulla sua scrivania: la polizia, nello specifico, consiglia di utilizzare un investimento di 20 milioni di corone per un progetto di “orientamento alla realtà”, finalizzato a convincere i richiedenti asilo a lasciare la Norvegia.
“Il progetto di orientamento alla realtà”
Il progetto, considerato una misura efficace e a basso costo, ha come obiettivo principale quello di convincere i richiedenti asilo che essi non avranno nessun futuro in Norvegia e dovrebbero, quindi, tornare a casa. Parte del lavoro consisterà nel far si che gli stranieri a cui viene negato il permesso siano preparati alla possibilità di essere rimpatriati con la forza se non vanno via di loro spontanea volontà. Per parlare con tutti i richiedenti asilo, sarà necessario istruire diversi funzionari che intervisteranno ciascun rifugiato. I costi del “progetto di orientamento alla realtà” finalizzato a convincere i richiedenti asilo a lasciare la Norvegia ammonta a 20 milioni di corone, che dovrebbero arrivare dalle casse dell’Agenzia nazionale di polizia e dall’Agenzia nazionale dell’Immigrazione.
Una delle misure del “progetto di orientamento alla realtà” è quello che il governo Solberg definisce “l’istituzione di “postazioni di ricezione strategiche”. Ciò consiste, in pratica, nell’inviare i richiedenti asilo a ricevere la consulenza da chi riuscirà con maggiore probabilità a convincerli al rimpatrio. L’agenzia nazionale per l’Immigrazione ha già ricevuto istruzioni dal ministro della giustizia Anders Anundsen per implementare tali misure: “L’Agenzia contribuirà a velocizzare il coordinamento e dare priorità ai rimpatri effettuati dalla polizia, fissare le consulente con i residenti in base ai risultati attesi delle richieste d’asilo, le cosiddette consulenze strategiche, e contribuirà all’istituzione di centri di detenzione per coloro a cui verrà negato il permesso di residenza”, spiega Anundsen in una circolare inviata all’Agenzia nazionale per l’Immigrazione. Dopo un primo colloquio con gli intermediari del governo, i richiedenti asilo la cui richiesta verrà rigettata, saranno ricevuti personalmente dagli ufficiali statali.
Sulla scrivania di Anundsen anche una lista di misure aggiuntive finalizzate ad aumentare i rimpatri. Il punto in comune di queste misure è che dovranno essere impiegate più persone negli uffici che si occupano delle politiche di immigrazione. Le misure proposte sono: maggiori controlli alla frontiera, sconti per coloro che decideranno di partire subito e volontariamente, più poliziotti municipali, l’assunzione di consulenti per il rimpatrio nelle prigioni
Le reazioni delle istituzioni
Gli uffici statali accolgono le novità provenienti dal ministero, senza entrare nel merito. L’Agenzia nazionale per l’Immigrazione, in un commento di risposta alla proposta, si dice preoccupata del fatto che i nuovi responsabili del ministero della giustizia prevedano e ordinino così tante misure, senza il tempo necessario affinché gli uffici dell’Agenzia possano prepararsi ai cambiamenti che queste comporteranno. Dopo nove mesi dalle elezioni del nuovo governo, l’Agenzia scrive “Esprimiamo preoccupazione per la serie di riforme che ci troviamo a dover implementare con così brevi scadenze, ma non significa che non abbiamo la possibilità di rispondere alle indicazioni ministeriali nel migliore dei modi e garantire una buona gestione”
L’Agenzia nazionale di polizia ha consegnato un rapporto a nome dei tre dipartimenti al Ministero della Giustizia in data 2 giugno. “Il Ministero della Giustizia è proprietario del rapporto e le domande in merito dovranno essere indirizzate qui”, spiega il capo della polizia frontaliera Ole Johan Stroemman. “E’ una priorità politica espellere coloro che non hanno un regolare permesso di soggiorno o gli stranieri che hanno ricevuto sanzioni penali” ribadisce il segretario di Stato Himanshu Gulati. “Questo governo ha già aumentato i rimpatri rispetto al governo precedente, e ci auguriamo di rafforzarli ulteriormente. Per questo abbiamo chiesto alle istituzioni di segnalare gli ingressi dei richiedenti asilo, in modo che ogni caso venga attentamente valutato”.
Carla Melis (1984). Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università di Trieste (Gorizia). Borsista Erasmus all’Istituto di Geografia dell’Università La Sorbonne Paris IV e specializzata in Giornalismo Investigativo e Analisi delle fonti documentali presso la scuola di formazione dell’AGI (Associazione Giornalismo Investigativo) di Roma. Ha pubblicato articoli per diverse riviste online e collaborato con l’archivio Flamigni di Roma. Ha svolto attività di stage presso il Consolato Generale d’Italia a Parigi e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e lavorato come consulente in Germania e in Norvegia.